Botte e minacce per gioielli d'oro e smartphone: condannati i tre bulli
La vittima, allora minorenne, era stato costretto a lasciare la sua città pur di sfuggire al gruppetto di aguzzini. Il giudice del Collegio penale ha inflitto loro 2 anni e 9 mesi
Chiedevano a suon di botte e minacce oggetti di valore, soldi, smartphone e gioielli. Avevano tentato di impossessarsi anche di due collane d'oro del valore di 1500 euro. La vittima, all'epoca dei fatti minorenne, era stato costretto a prendere i monili di famiglia dal portagioie dei genitori per timore di subire ripercussioni dal gruppetto di aguzzini con vari precedenti alle spalle. Ieri (8 luglio) il Collegio penale del tribunale di Ancona presieduto dal giudice Francesca Grassi ha condannato i tre, che oggi hanno uno 28 e due 24 anni, a due anni e nove mesi di reclusione e al pagamento di 650 euro di multa ciascuno. Le accuse sono quelle di tentata estorsione e stalking. L'incubo era iniziato nel giugno del 2015 ed è finito solo due anni dopo.
Il ragazzo, terrorizzato e stanco dei continui soprusi ricevuti, aveva raccontato tutto al padre ma neppure l'intervento del genitore era valso a nulla. Il papà aveva fatto trasferire il figlio all'estero, nella sua città d'origine, per allontanarlo temportaneamente da minacce e schiaffoni. Era rimasto lì per un anno ma appena rientrato in città l'incubo era ricominciato di nuovo. L'intera famiglia era stata costretta a trasferirsi in un'altra via per non farsi trovare. Alla fine, distrutto e spaventato, il papà aveva deciso di rivolgersi alla polizia. Le delicate indagini, coordinate dal sostituto procuratore Rosario Lionello, avevano portato all'arresto da parte della Squadra mobile dei tre giovani nel maggio del 2017 e in quell'occasione erano finiti agli arresti domiciliari. I provvedimenti erano stati emessi dal gip di Ancona, Antonella Marrone.