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Cronaca Arcevia

Maltrattamenti di bovini e vasche abusive, l'associazione animalista: «Ennesimo caso di crudeltà»

Piera Rosati, la presidente dell'associazione Lndc Animal Protection interviene sul caso dell'allevamento della Val del Misa

Capi di bestiame malati e deceduti a causa delle condizioni igieniche precarie in cui vivevano. Così i carabinieri forestali di Arcevia sono intervenuti all'interno di un allevamento della Val del Misa. Piera Rosati, la presidente dell'associazione Lndc Animal Protection interviene sull'argomento: «Ennesimo caso di crudeltà e maltrattamento in uno dei tanti allevamenti da cui provengono la carne e il latte che finiscono ogni giorno sulle tavole - commenta - non è né il primo né purtroppo sarà l’ultimo, perché questa è la realtà che vivono ogni giorno quasi tutti gli animali imprigionati per il profitto e per diventare cibo. Per i titolari di questi allevamenti gli animali non sono esseri viventi e senzienti ma soltanto merce da sfruttare e da cui trarre il maggior profitto possibile». 

«So che le persone non vogliono sentirselo dire, ma la verità è che questa è la crudeltà che sta dietro all’industria della carne e dei latticini. Migliaia di animali sofferenti in strutture fatiscenti, sporche, senza spazio per muoversi. È ora di dire basta a questo modo di concepire gli animali e l’unico modo possibile è quello di passare a uno stile di vita che non contempli più il consumo di prodotti di origine animale. Questa è l’unica cosa che può farci smettere di essere complici di questi comportamenti orribili e di tutta questa sofferenza», continua Rosati. «Il nostro team legale è già in moto per unirsi alla denuncia per maltrattamento di animali a carico di questa azienda perché – nonostante questi animali siano comunque destinati a morire – hanno diritto a vivere in condizioni dignitose, che troppo spesso non vengono assicurate». 

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