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Cronaca

Curavano pazienti gravi con acqua di Lourdes: 39 denunce

Approfittavano della disperazione dei malati promettendo cure miracolose. Al centro della rete che arrivava da Venezia a Bari passando per Milano, lo studio anconetano di una biologa

Approfittavano della disperazione di pazienti affetti da patologie anche gravi e promettevano risultati “miracolosi”, anche perché il medicinale consisteva in fiale di acqua benedetta dei Santuari di Lourdes e Fatima. Una maxi operazione dei Nasi eseguita ad Ancona, Milano, Venezia e Bari ha posto fine alla truffa sacrilega: una biologa  che operava nel capoluogo dorico e altre 38 persone sono state denunciate per associazione per delinquere, truffa, lesioni ed esercizio abusivo della professione.
L'operazione, in codice “Acque bianche”, è stata coordinata dalla procura della Repubblica di Ancona, che ha emesso provvedimenti di perquisizione e sequestro a carico di quattro persone.
Al centro del raggiro, lo studio che la biologa aveva aperto nel capoluogo marchigiano, con referenti in varie città d'Italia.

LA TRUFFA. Esercitando abusivamente la professione medica, gli indagati assicuravano dietro compenso la “guarigione” dei malati, spesso spingendoli ad abbandonare le terapie tradizionali per affidarsi alle acque delle fonti dei due principali santuari mariani, e di quelli di Medjugorie, San Damiano, Montichiari.Sono circa 500 i pazienti, di tutte le regioni d'Italia, che si sono rivolti alle 'terapie' con 'Le acque a Luce bianca' messe a punto dalla biologa e dai suoi  collaboratori. Persone di ogni fascia d'età e classe sociale, in alcuni casi anche molto facoltose, che pagavano dai 100 ai 200 euro e oltre per dei flaconcini con acque asseritamente provenienti dai santuari mariani. Fra i malati, anche persone affette da cancro o altre gravi malattie, disposte a lunghi viaggi per farsi visitare negli 'studi' della biologa e dei suoi collaboratori.Con pubblicità on line e un fitto passaparola, il gruppo si presentava come un team qualificato di biologi e fisici che aveva messo a punto una tecnica innovativa per “riarmonizzare la materia” attraverso le presunte “frequenze” sprigionate dalle acque “benedette”.

Religione, superstizione e astrologia, venivano mescolate dai sedicenti  “terapeuti”, che approfittavano dello stato di prostrazione dei malati per reclutarli attraverso dei corsi a pagamento come “adepti” della nuova medicina.
L'accusa ipotizza anche il reato di immissione in commercio di sostanze vantanti proprietà terapeutiche ma senza autorizzazione ministeriale.
Fra Ancona, Milano, Venezia a Bari sono stati posti sotto sequestro quattro locali adibiti a studi medici e un laboratorio in cui venivano preparati i flaconi con le “medicine”. Il valore degli immobili è di circa 3 milioni di euro. Sequestrati anche 4 mila flaconi e fiale di acque, un pc, e varia documentazione.

I DETTAGLI DELLA VICENDA.

Fonte: ANSA
 

 

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