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Cronaca Falconara Marittima

Bignamini, ad Ancona una delle docenti indagate: la scuola vuole incontrare i genitori

Intanto le difese respingono ogni contestazione e sono decise a dimostrare come non solo siano mai accaduti i fatti di violenza, ma che la Procura non avrebbe elementi solidi per sostenere l'impianto accusatorio

Una è in aspettativa. L'altra è in malattia. In un modo o nell'altro le due insegnanti indagate per i presunti maltrattamenti sui loro studenti disabili all'interno della scuola speciale Bignamini non hanno al momento contatto con gli studenti. E' stata una delle prime rassicurazioni date al dirigente scolastico Pino De Stavola al momento del suo insediamento all'Istituto Compresivo Falconara Centro. Serenità che il dirigente ora ha intenzione di trasferire sia al personale, sia ai genitori. L'idea è quella di incontrare in una speciale assemblea di istituto i genitori degli alunni disabili che frequentano il Bignamini. Tenerli al corrente di quanto sta avvenendo e tutelare l'immagine della scuola. Per capire i prossimi passi da fare, De Stavola è in contatto con l'Ufficio Scolastico Regionale e ha anche inviato una missiva alla Procura della Repubblica

Il particolare che più rasserena l'ambiente è che le due insegnanti, una 57enne di Senigallia e l'altra 58enne di Falconara, per le quali il pm Ruggero Dicuonzo ha chiesto il rinvio a giudizio sono dunque lontane dalle aule del Bignamini. La senigalliese è andata in pensione. La falconarese, invece, avrebbe chiesto il trasferimento ad altra mansione. E' stata trasferita in una scuola di Ancona per ricoprire un incarico amministrativo (che non è stato ancora perfezionato) ma al momento risulta in malattia. La notizia ha lasciato di stucco un po' tutti all'interno dell'Istituto Comprensivo. Le due insegnanti erano molto conosciute per i tanti anni di insegnamento e avevano ricoperto anche ruoli di responsabilità nell'organizzazione interna. Le indagini dei Carabinieri sono andate avanti per mesi nel massimo riserbo anche per non pregiudicare la raccolta di prove (soprattutto filmati e intercettazioni ambientali) effettuata all'interno delle classi della scuola speciale.  Quelle stesse classi in cui i militari avrebbero anche assistito a insulti e mortificazioni personali nei confronti dei ragazzini con gravi problematiche psicomotorie. 

LA DIFESA. Nel frattempo però sono al lavoro anche le difese delle due insegnanti, decise a dimostrare come non sono non siano mai accaduti i fatti contestati dalla Procura di Ancona, ma anche come non ci siano elementi indiziari per sostenere le accuse. A difendere la senigalliese ci sono gli avvocati Simone Trombetti e Piergiovanni Cicconi Massi, i quali hanno respinto con forza ogni addebito. Per loro non ci sono state violenze e le immagine dei video, come anche le trascrizioni degli audio, dovranno essere interpretate nel giusto modo perché non è scontato che una foto o un a frase possa essere facilmente fraintesa. Motivo per cui stanno anche valutando l'ipotesi di essere ascoltati dalla magistratura. Per quanto riguarda la falconarese ci sono le avvocatesse Elisabetta Candi e Valeria Magnani. Quest'ultima ha detto: «La nostra cliente repsinge ogni accusa. Non ci sono elementi che possano sostenere le accuse e la prova è il fatto che né il Gip in sede di richiesta prima, né il collegio in sede di reclamo dopo, hanno accolto la richiesta di interidzione dal lavoro della docente. E' evidente che non ci sono elementi accusatori fondati. per cui confidiamo nell'archiviazione della posizione della nostra assistita». 

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