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Cronaca Centro storico / Via Traffico, 6

Locale troppo giovane, niente ristori per "Clarice": «Porto? C'è stata discriminazione»

Il locale di Giordano e Alice è uno di quelli che sta pagando di più le misure anti-Covid. A pochi metri da loro c'è il porto con i locali aperti: «Siamo discriminati, è un anomalia»

Troppo giovani per poter ottenere i ristori da parte del Governo. Tra pochi giorni si potrebbe tornare in zona gialla «Ma per noi lo spettro del “chissà quanto andremo avanti” ci sarà ancora». A parlare è Giordano Bruno Antreatini che, sentendosi beffato come altri locali nella stessa sua situazione, ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Chiediamo semplicemente aiuto, perché in questa storia non è vero che siamo tutti sulla stessa barca». A poche centinaia di metri c’è il porto. Un altro mondo: i locali, assimilati agli autogrill, sono autorizzati a restare aperti: «Ci sentiamo discriminati- dice Giordano- Esiste una normativa e non la contesto, ma il porto di Ancona è fermo, basta informarsi sugli imbarchi, partono 20 camion al giorno invece di 500 e pensare che la Grecia è in lockdown. I pescatori hanno i chioschi al mandracchio, qui sono stati aperti i locali che sono in comunicazione con il corso principale. Nesuna polemica con i colleghi, ma è un’anomalia». (GUARDA IL VIDEO)

La beffa per “Clarice” nasce, di fatto, il 7 settembre 2019 quando Giordano e Alice hanno rilevato la storica trattoria. Era iniziato un sogno dopo 8 mesi tra burocrazia e lavori di ristrutturazione. Poi c’è stato il Covid. La normativa sui rimborsi per le attività che non hanno lavorato a causa delle misure anti pandemia prevede l’esibizione del fatturato (ma non degli utili effettivi) relativo ai mesi di aprile e maggio 2019, perché è in base al confronto con quel dato che vengono sbloccati i ristori: «Noi non c’eravamo, quindi non abbiamo preso nulla». Neppure il “gettone di presenza” di 1.000 euro: «Quello spetta alle attività che hanno aperto dopo il 1 gennaio 2019, noi abbiamo registrato la partita Iva a dicembre 2018 e siamo rimasti fuori anche lì. Un caso sfigatissimo, anche se sarebbe stato un obolo» dice Giordano. Stessa storia con il credito di imposta per il canone di locazione: «E’ come se chi ha aperto nella seconda parte del 2019 dovesse pagare qualcosa, parliamo di aziende garantite dallo Stato che nel nostro caso garantisce all’80% tramite il medio credito». 

Nel locale non si entra, è aperto solo per l’asporto: «L’altra grande beffa è che ora lavori di più, perché sei sempre disponibile- spiega Alice- parliamo di un paio di asporti il sabato, ma sei sempre in stand-by». Alle soglie di un possibile ritorno in zona gialla, come sta Clarice? «Lavorare fino alle 18 lo abbiamo già sperimentato, a pranzo servi chi lavora ma ora tra casse integrazione e smart working non ci sono impiegati- dice Giordano- con questa situazione assumere persone è difficilissimo, prendi qualcuno ma che prospettive gli dai? Ci servono due persone, una in cucina e una in sala, le avevamo prima del lockdown. Adesso siamo io e mia moglie e siamo alla frutta, dare lo stipendio a una persona quando nel ristorante a dicembre verranno quattro gatti mette a rischio la sopravvivenza del locale». 
 

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