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Cronaca Valle Miano / Via Valle Miano

Bar sulla carta, ma offriva «dolci compagnie per tutti i gusti»: chiuso

Il locale era già stato chiuso 5 giorni per il mancato rispetto delle misure anti-Covid, ma durante i controlli è stato accertato anche altro

ANCONA - Bar sulla carta, night club abusivo nella pratica. Almeno secondo quanto ricostruito dai poliziotti durante il controllo dello scorso 14 gennaio. Per il Blue Moon di Vallemiano, già chiuso per 5 giorni dopo la verifica del mancato rispetto delle norme anti-Covid, è ora scatta la chiusura di 20 giorni sempre su disposizione della Questore. Il Comune ha emesso nei confronti del titolare un’ordinanza di cessazione immediata di ogni attività di pubblico spettacolo. L’Ispettorato del Lavoro aveva emesso a sua volta un provvedimento di cessazione dell’attività per “lavoro irregolare”, che è stato successivamente revocato dopo che il titolare aveva sanato la posizione di una dipendente versando la somma di 2.500 Euro, corrispondente alla relativa sanzione amministrativa.

Night club abusivo 

Lo scorso 14 gennaio la squadra amministrativa e di sicurezza della divisione Pasi aveva effettuato un controllo amministrativo per il rispetto delle norme anti-pandemia e della disciplina del TULPS. All’esito di quell’accertamento, il locale era stato chiuso per cinque giorni perché il barista non indossava la mascherina, ma anche perché non era stato chiesto il green pass a due agenti che erano entrati come finti clienti. Dai successivi controlli, secondo la Questura, è poi però emerso altro: il locale era ufficialmente un bar, e come tale dotato solo di licenza per somministrazione di alimenti e bevande. In realtà era stato trasformato in un vero e proprio “Night club”, senza avere l’apposita licenza per pubblico spettacolo. Sempre nel controllo del 14 gennaio infatti, il direttore di sala aveva accolto gli agenti in incognito comunicando che avrebbe immediatamente fatto arrivare le ragazze impiegate nel locale, spiegando agli stessi che, per una consumazione senza le giovani, il costo sarebbe ammontato a 10 euro. Se invece si preferiva l’intrattenimento delle ragazze, con le quali ci si poteva accomodare in alcune piccole stanze “privè” allestite in un punto del locale illuminato da luci rosse, il prezzo sarebbe stato di 20 euro.

Secondo gli accertamenti, nel locale c’era anche una sala allestita con impianto stereo e musica da intrattenimento, luci stroboscopiche e soffuse oltre a uno spazio in cui una le ragazze che si erano presentate ai due finti clienti riferivano che si sarebbe potuto ballare. In un’altra area erano stati creati alcuni camerini, con luce rossa fioca, arredati come “privè” con tende, divanetti e tavolini che consentivano momenti riservati. Ad attirare l’attenzione dei poliziotti era stato anche un post Facebook che pubblicizzava l’attività c’era scritto: “vi aspettiamo al locale con musica, cocktail e dolci compagnie per tutti i gusti….” e che i clienti,  per eventuali contatti, potevano chiamare un numero di cellulare apposito.

La rissa 

L’8 ottobre 2021 il locale era stato chiuso sempre dalla Questura per la rissa che si era verificata cinque giorni prima. L’episodio aveva coinvolto numerose persone per futili motivi sia all’interno che, senza sostanziale soluzione di continuità, all’esterno ma sempre nelle immediate vicinanze. Sette persone, già conosciute alle forze dell’ordine, erano presenti sul posto e alcune erano riverse in strada con evidenti segni di violenza tali da rendere necessario l’intervento dei soccorsi sanitari. Nei confronti dei sette coinvolti nella rissa, la Divisione Anticrimine, sotto la Direzione della dottoressa Martina Pepe, aveva predisposto 7 Daspo firmati dal Questore di Ancona, inibendo ai responsabili l’accesso non solo nel locale ma tutti gli esercizi pubblici presenti in via di Vallemiano. 
 

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