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Cronaca

Calci, pugni e testate, carabinieri aggrediti dalla banda dell'Audi: in 4 all'ospedale

Trenta giorni di prognosi per un militare che si è fratturato una mano, 15 per un collega colpito al volto. Quattro arresti, si cerca il quinto complice scappato dopo la colluttazione

In 4 sono finiti all’ospedale, uno con la mano fratturata, un altro con un trauma facciale, gli altri con ferite agli arti e contusioni più lievi. Sembra un bollettino di guerra, sono gli effetti collaterali del blitz compiuto dai militari dell’Arma mercoledì sera ad Assisi, dove è stato scovato il covo della banda dell’Audi che ha imperversato per settimane nelle province di Ancona, Macerata e Fermo. 

L’appartamento, preso in affitto da uno dei 4 albanesi arrestati (un quinto è ancora ricercato) era stato trasformato in un forziere pieno d’oro, soldi e gioielli. Quando si sono trovati faccia a faccia con i carabinieri che li avevano seguiti da Fabriano, dove avevano commesso alcuni furti nel pomeriggio, i malviventi, tutti clandestini e in possesso di documenti falsi, hanno reagito con violenza tra calci, pugni e colpi proibiti. Uno di loro era armato, ma per fortuna non ha estratto dalla cintola la pistola rubata in un furto in abitazione di luglio ad Ancona: tuttavia, il 27enne ha rifilato una testata ad uno dei militari della Compagnia di Assisi, medicato poi all’ospedale e dimesso con 15 giorni di prognosi. Peggio è andata ad un collega che, nella colluttazione, ha subito la frattura di una mano (30 giorni di prognosi). Ferite più lievi per altri due militari, uno dei quali della Compagnia di Osimo che ha effettuato il blitz insieme ai colleghi di Filottrano e quelli umbri, sotto il coordinamento del maggiore Luigi Ciccarelli.

Nell’irruzione, tre banditi sono stati arrestati, due sono scappati, ma uno è stato rintracciato nella notte in un B&B di Trevi, nel Perugino. Ora si cerca il quinto complice. Due le auto sequestrate: un’Alfa Romeo Giulietta e un’Audi A4 (ritrovata in una carrozzeria di Spoleto) a cui la gang aveva cambiato colore tre volte, riverniciandola da nera a grigio chiara, per renderla irriconoscibile anche grazie alla targhe rubate che di volta in volta venivano sostituite. 

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