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Banca Marche, sequestro per milioni agli ex vertici Medioleasing
Come si legge nell’ordinanza, i patrimoni dei debitori sono per consistenza e valore insufficienti a garantire il credito risarcitorio della reclamante Nuova Banca Marche
La decisione dei giudici Francesca Miconi, Francesca Ercolini e Maria Letizia Mantovani, ribalta la decisione presa in prima battuta dal giudice Di Tano che aveva aderito ad una teoria unitaria per cui, al fine del sequestro conservativo, la valutazione del periculum in mora, cioè il pericolo di potersi rivalere economicamente sui responsabili causato dal ritardo, è imprescindibile da un’azione nei confronti di tutti i presunti debitori. Tra i quali infatti resta fuori dalla richiesta di sequestro la PriceWaterhouseCoopers Spa: società incaricata dal 2007 al 2012 di revisionare i bilanci di Banca Marche. Non la pensano così i giudici della sezione imprese del tribunale dorico i quali ritengono maggiormente condivisibile l’impianto che vede ammissibile la tutela conservativa dei beni in sequestro anche nel caso in cui questi venissero richiesti a uno o parte dei debitori. Infatti così ha fatto la nuova Bdm. Una vera diatriba giurisprudenziale a cui si aggiunge anche un altro aspetto sottolineato dai giudici: negare il reclamo della nuova Banca Marche, “priverebbe il creditore della facoltà di scegliere il debitore nei cui confronti esperire l’azione esecutiva, indebolendone la posizione, in contrasto con la ratio dell’istituto della solidarietà che è, invece, quella di rafforzare la previsione del creditore”.
Dunque il paradosso è che per il nuovo isitituto di credito nato sulle ceneri del crac ha avuto molto più senso chiedere, e ottenere, il sequestro dei beni di chi quei beni sembra non averli neanche lontanamente, confermando così l’effettivo pericolo di non potersi più rivalere sui debitori nel tempo. Già, perché come scrivono gli stessi giudici nell’ordinanza, “i patrimoni dei resistenti sono insufficienti a garantire il credito risarcitorio della reclamante, di gran lunga eccedente le disponibilità economiche dei medesimi”. Il motivo? Ad oggi Barchiesi risulta proprietario di un’abitazione, un ufficio, 2 rimesse e 4 terreni in comproprietà a Castelfidardo. Perini risulta comproprietario per un sesto di un’abitazione di categoria popolare e comproprietario di 2 aree urbane in provincia di Ancona. Costa non risulta proprietario di beni aggredibili. Dell’Aquila risulta proprietario per metà e 1/20 di 2 case ad Ancona e Roma Ambrosini ha un appartamento a Pesaro. Infine Bianconi ha 2 immobili a Norcia gravemente lesionati dopo il terremoto, motivo per il quale i suoi legali avevano anche fatto eccezione al reclamo di Nuova Bdm, ma il ricorso va accolto e altra questione sarà poi l’esecuzione dell’ordinanza, che non è scontato non possa anche fare riferimento ai beni sequestrati nell’ambito dell’inchiesta madre.