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Cronaca

Banca Marche, il giudice su Bianconi: «Condotta imprudente ed infedele»

Queste le motivazioni della sentenza che ha visto la condanna a tre anni di carcere per l'ex direttore generale di Banca Marche

Dopo tre mesi dalla sentenza, sono state rese pubbliche le motivazioni che hanno portato i giudici alla condanna a tre anni di carcere per l'ex dg di Banca Marche Massimo Bianconi. Secondo i giudici l'uomo ha tenuto «una condotta gravemente infedele, avallando e privilegiando pratiche di finanziamento totalmente imprudenti per la banca. È manifesta la violazione da parte di Bianconi del principio di lealtà, immanente al ruolo di Direttore Generale in seno alla banca». E' questo uno dei passi che ricostruisce una serie di presunti scambi di favori tra Bianconi e due imprenditori, Vittorio Casale, assolto, e Davide Degennaro, condannato a due anni di reclusione. I tre erano finiti sul banco degli imputati accusati di corruzione tra privati che riguardava una compravendita di immobili ai Parioli di Roma, oltre ad aperture di credito facili da parte proprio di Banca Marche. 

A tre mesi dal verdetto il presidente del tribunale Giovanni Spinosa ha quindi reso note le motivazioni del verdetto, dove sono stati ripercorsi i rapporti fra i tre manager e l'iter di emissione dei crediti definito: «breve tra la proposta e l'approvazione». Non solo, secondo i giudici «Bianconi in evidente violazione del principio di lealtà ed abuso di poteri esercitati, in chiaro conflitto di interessi, ha avallato pratiche di finanziamento totalmente imprudenti per la banca accettando il rischio del grave nocumento della medesima, pur di raggiungere il profitto personale».

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