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Cronaca

Baby stalker, altro che pentiti: uno scappa dalla comunità e l'altro compie una rapina

I due ragazzi, uno di 18 e uno di 19 anni, dovevano seguire un programma di riabilitazione socio-educativo per evitare il carcere. Hanno continuato con i loro atteggiamenti da bulli e uno di loro ha anche pestato due persone

Due della banda di baby-stalker, arrestati dalla squdra Mobile per aver preso di mira dei ragazzini con minacce di morte e richieste di denaro, rischiano di vedersi revocata la messa alla prova. Sarebbero infatti emerse delle criticità nel percorso di riabilitazione di due dei giovani che terrorizzavano i compagni di scuola. Tra le vittime c'erano anche ragazzini con fragilità psico-fisiche. Uno dei bulli era fuggito dalla comunità ad agosto, si era presentato a scuola in ciabatte e continuava a tenere l'atteggiamento spavaldo che lo aveva messo nei guai. Allo stesso tempo, un altro dei bad boys avrebbe partecipato ad una rapina nel pesarese e al pestaggio di due ragazzi. Il primo, anconetano, ha 18 anni, l'altro rom, 19 anni, è residente a Falconara. 

Botte, minacce, estorsioni: i protagonisti di questa odiosa vicenda erano finiti in manette nell'ottobre del 2020 quando solo uno di loro era maggiorenne (è stato condannato in Appello a tre anni e quattro mesi di reclusione). Il giudice del Tribunale dei minori, per gli altri, aveva concesso la messa alla prova in comunità lontane da casa che prevedevano volontariato, scuola e riconciliazione con le vittime.

Laura Versace-4Due di loro sembrano aver capito l'errore, mentre per gli altri martedì scorso la Procura, coordinata dalla dottoressa Giovanna Lebboroni, ha chiesto al collegio penale, presieduto dal giudice Laura Seveso, la revoca della Map e la collocazione agli arresti domiciliari in comunità. Il ragazzo sarebbe scappato dalla comunità perché non si trovava più bene e così i suoi difensori hanno chiesto uno svolgimento del programma a casa a, o in una comunità di Ancona più vicina a casa. Richiesta a cui si è opposta fortemente l'avvocato Laura Versace (foto a sinistra) che difende una delle vittime. Così per loro sarebbe troppo facile riavvicinarsi agli ambienti familiari. 

Così ora, prima di decidere il da farsi, i servizi sociali dovranno stilare un programma che sarà descritto nel dettaglio alla prossima udienza fissata il 19 ottobre. 

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