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Cronaca Via Sandro Pertini

Baby gang in centro, il 18enne al giudice: «Mi sono difeso»

Il giudice ha convalidato l'arresto del 18enne che è subito tornato in libertà e processo fissato per il 21 giugno. E' stato invece riaffidato ai genitori il 16enne, anch'egli accusato di lesioni aggravate

«Mi sono solo difeso dall’uomo che mi ha aggredito con una catena di metallo. Non me lo aspettavo perché non abbiamo insultato nessuno». Si è difeso così C. I., il 18enne ancoentano arrestato martedì pomeriggio in piazza Pertini con l’accusa di aver selvaggiamente picchiato un 58enne anconetano in piazza Malatesta. Di quest’ultimo, l’unica “colpa” sarebbe stata quella di intervenire in difesa di una donna, schernita e insultata proprio dal baby vandalo, in azione insieme ad un amico 16enne, anch’egli finito in manette. E oggi, in occasione dell’udienza di convalida di fronte al giudice Paolo Giombetti, il giovane ha dato la sua versione dei fatti. La difesa, rappresentata dall’avvocato Antonella Devoli, ritiene che il ragazzo non abbia mai offeso nessuno. I due giovani avrebbero incontrato una nota vagabonda di Ancona, nota per le sue intemperanze. Sarebbe stata lei ad inziare ad uralre contro i ragazzi senza motivo. A quel punto una residente di piazza Malatesta, credendo che i giovani la stessero insultando, avrebbe aggredito verbalmente i due giovani. I due hanno reagito rispondendo male alla donna. A quel punto sarebbe arrivato il 58enne, genero della residente, brandendo una catena di metallo con cui avrebbe stretto il collo del 18enne. A quel punto sarebbe scoppiata la bagarre. Attimi di tensione in cui il 16enne avrebbe spaccato la bottiglia con cui poi ha colpito il 58enne. Stessa ricostruzione della difesa del 16enne che, tramite l’avvocato Renato Codiglia, racconta di come il più giovane sia intervenuto pre difendere l’amico. Con una bottiglia rotta? «Questo è un fatto che andrà approfondito» ha detto il legale. Resta il fatto che oggi il giudice ha convalidato l’arresto del 18enne. Il pm aveva chiesto gli arresti domiciliari, ma la difesa si è opposta perché l'aggravente dell'arma non riguardava il suo assistito. Il giudice ha accolto e ha rimesso il giovane in libertà e processo per direttissima fissato per il 21 giugno. 

COSA RISCHIA IL MINORENNE. E’ stato invece riaffidato ai genitori il 16enne, anch’egli accusato di lesioni aggravate, per cui si rischia una pena che va dai 3 ai 7 anni. Ma a differenza dell’altro presunto vandalo, dovrà comparire di fronte al giudice minorile, dove non è previsto né il patteggiamento né la costituzione di parte civile. Inoltre ai minorenni viene decurtato 1 terzo della pena prevista dal codice per chi ha invece compiuto la maggiore età. Ora per il 16enne si aprono due possibilità. Da una parte richiedere il rito abbreviato. Dall’altra procedere col procedimento ordinario, in cui la difesa potrà chiedere: il non luogo a procedere per irrilevanza del fatto (fatto di reato tenue ed occasionale), il perdono giudiziale per cui la sentenza resta sulla fedina penale fino al 21esimo anno di età. Infine c’è  la messa alla prova per cui l’imputato, con tutta una serie di restrizioni, segue un percorso di riabilitazione in una struttura dove poter effettuare lavori di pubblica utilità, costantemente monitorato dai Servizi Sociali. prova che, se dovesse essere superata, estinguerebbe il reato. 

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