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Cronaca Centro storico / Via Guglielmo Oberdan, 2

Maxi risarcimento per una gamba amputata, ma l'Asur non paga: pignorata la sede

Due medici a processo per lesioni colpose, l'Azienda sanitaria condannata in primo grado non liquida la somma di quasi 500mila euro a un 55enne: pignorato anche il tesoriere

Ha subito l'amputazione di una gamba per le conseguenze di un diabete non curato a dovere, per questo dovrà essere risarcito per quasi mezzo milione di euro dall’Asur che, però, non ha ancora provveduto alla liquidazione della somma, nonostante una sentenza di primo grado provvisoriamente esecutiva. Per questo è stato effettuato un doppio pignoramento all’Azienda sanitaria regionale: uno sul tesoriere (una filiale della Unicredit), l’altro (mobiliare) nella sede di via Oberdan, dove ieri mattina si sono presentati gli ufficiali giudiziari insieme al dirigente dell’Unep e all’avvocato Alessandro Atanasio, legale del 55enne ex pescatore, residente ad Ancona, che ha chiesto il maxirisarcimento all’Asur e ha denunciato due medici dell’ospedale di Loreto, rinviati a giudizio per lesioni colpose gravissime. 

LA REPLICA DELL'ASUR

Colpa medica

I fatti risalgono al giugno 2015 quando l’uomo, affetto da diabete, si rivolse al nosocomio Santa Casa per alcune ferite al piede sinistro che, per il pm Rosario Lioniello che ha condotto le indagini, non vennero trattate secondo protocollo dal medico del Pronto soccorso e da un chirurgo. A seguito delle infezioni, il piede andò in cancrena e il paziente fu costretto a sottoporsi a un doppio intervento all’Inrca per l’amputazione di metà gamba. Da allora per il 55enne è cominciato un calvario e una lunga battaglia legale che, da una parte, ha portato al rinvio a giudizio dei due medici (la prima udienza penale si terrà nell’ottobre 2020), dall’altra ad una richiesta di risarcimento per quasi 500mila euro all’Asur, sulla base di una perizia firmata da un collegio di medici nominati dal tribunale in cui l’ente viene riconosciuto responsabile dell’amputazione dell’arto. Alla stessa conclusione è giunto il giudice, dopo un procedimento sommario del luglio 2019 nel quale ha acquisito la perizia stessa, ma alla sentenza di condanna provvisoriamente esecutiva non ha mai fatto seguito il pagamento del danno da parte dell’Asur, che si è vista peraltro respingere dalla Corte d’Appello (il 4 dicembre scorso) la richiesta di sospensiva.

L'iter giudiziario 

Così il 55enne, attraverso il suo legale, è passato al precetto e poi al pignoramento presso terzi, notificato il 19 dicembre al tesoriere dell’Asur Marche (una filiale della Unicredit). Il pignoramento, però, è stato bloccato da una determina del d.g. dell’Asur in cui si dichiara impignorabile per legge l’importo di 537 milioni di euro, somma vincolata per il pagamento di stipendi, compensi e imposte. Il giudice dell’esecuzione si è riservato di decidere in merito, ma nel frattempo un secondo pignoramento, stavolta mobiliare, è stato promosso nella sede dell’Asur in via Oberdan. Qui gli ufficiali giudiziari hanno notificato al d.g. Nadia Storti l’avviso di elencare entro 15 giorni tutti i beni mobili e immobili di proprietà dell’Asur (al di fuori delle somme vincolate dal tesoriere) potenzialmente pignorabili. «L’Asur non ha esibito assicurazioni che coprano i danni civili procurati a terzi e non liquida il risarcimento riconosciuto ai pazienti che hanno subito lesioni per responsabilità professionali dei loro medici», rileva l’avvocato Atanasio. Gli ufficiali giudiziari, in caso di mancato riscontro, sono pronti a procedere con il pignoramento delle somme dalle casse dei vari Cup, mentre l’Asur ha presentato ricorso in Appello contro la sentenza di primo grado, con udienza fissata per l’ottobre 2021. 

La replica dell'Asur

L'Asur da parte sua respinge la poizione espressa dal legale de paziente. Così replica in una nota: "L'Azienda fa fronte puntualmente ai propri adempimenti  ed è pertanto inspiegabile la ragione della posizione assunta dal legale che appare ingiustificata e strumentale.
La ragione per cui l’Azienda Sanitaria Unica Regionale non ha potuto materialmente dare esecuzione alla sentenza, per cui pende attualmente appello, è riconducibile essenzialmente alle modalità con le quali l'Avvocato di parte attrice ha inteso conseguire il credito, seguendo un iter  del tutto inconsueto, dapprima addirittura pignorando i beni  ed i conti correnti del medico di base coinvolto nel contenzioso e successivamente  rivolgendosi a Banca Unicredit Tesoriere dell'Azienda, così impedendo agli Uffici preposti di effettuare il pagamento  attraverso le ordinarie procedure, mediante le quali  Asur intende dare seguito all'esecuzione della sentenza effettuando regolarmente il pagamento. In relazione ai profili insoliti  della vicenda, la Direzione ASUR  ha provveduto a presentare un esposto al Consiglio dell'Ordine  degli Avvocati di Ancona affinché valuti se vi siano aspetti disciplinarmente rilevanti".

LA REPLICA DELL'ASUR

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