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Cronaca

Sim card intestate a stranieri, ecco come comunicavano gli uomini del commando

La banda degli assalti in autostrada voleva schivare le intercettazioni. Non c'è riuscita grazie a un'intuizione della Squadra Mobile di Ancona che poi ha agevolato le indagini pisane

Per comunicare liberamente tra loro i banditi dell'assalto al portavalori in A14 del settembre 2015 utilizzavano utenze telefoniche intestate a stranieri. Emerge anche questo dall'indagine della Procura di Pisa che ha chiesto e ottenuto misure di custodia cautelare in carcere per otto degli 11 indagati per il colpo analogo – andato a vuoto – sulla A12, nei pressi di Pisa del settembre 2016. Esattamente un anno dopo. L'inchiesta ha assorbito pressoché per intero il lavoro della Procura di Ancona che da un anno era sulle tracce della banda per i fatti avvenuti tra i caselli di Ancona Sud e Loreto a colpi di Kalashnikov, Ak47, bande chiodate, rampini e sega circolare. Stesso modus operandi, almeno tre armi utilizzate per entrambi i colpi. C'è di più. A instradare le indagini nella direzione giusta è stata proprio un'intuizione degli uomini della Squadra Mobile dorica. Una falla all'interno della banda che ha permesso agli investigatori di ricollegare uno dei componenti a una sim card sotto falso nome. Da quella piccola crepa, la Mobile ha scavato fino a farsi un varco all'interno del gruppo, ricostruirendo per intero la rete di contatti. 

Un passaggio fondamentale che successivamente ha portato a quello scambio di informazioni definite "decisive" dallo stesso gip toscano che ha ordinato le misure cautelari. Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche anconetane emergono anche le responsabilità di due soggetti nella ricettazione di due vetture, poi utilizzate in Toscana. Tante le analogie tra i due eventi criminosi. Modalità del tutto simili, tre armi da assalto identiche nei due blitz. Altro particolare che lega le Marche alla Toscana, in questa vicenda, è il furto di un furgone, un Renault Master, avvenuto a Osimo il giorno primo del colpo in A12. Il mezzo è stato poi ritrovato a 5 chilometri dal raid. Dato alle fiamme per cancellare le tracce, sarebbe servito per il trasporto delle armi e, successivamente, avrebbe dovuto far spazio anche ai sacchi di denaro. Non è detto che tutti gli indagati "pisani" siano gli stessi individuati come autori anche del colpo di Ancona. In dirittura di arrivo, l'indagine dorica potrebbe allargarsi anche ad altri soggetti.

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