Insulti e strattoni ai bambini, maestra alla sbarra: «Mai toccati con un dito»
Sul banco degli imputati sale da 60enne di origine campana che fino al 2016 aveva insegnato ai piccoli alunni alunni di una materna di Fabriano. La donna nega ogni accusa. Era stata incastrata dalle spycam della polizia
«Non ho mai afferrato con la forza i bambini, non mi sono mai permessa di mortificarli o insultarli. Da sei anni sono stata sospesa ingiustamente dall’insegnamento e questo mi ha toccato profondamente, è un peso che ho dentro e che mi porterò per sempre»: si difende così sul banco degli imputati, negando ogni accusa, la maestra d’asilo di origine campana, accusata di maltrattamenti nei confronti di alcuni alunni che frequentavano i suoi corsi. Questa mattina nel tribunale dorico la donna è stata ascoltata sul banco degli imputati. La stessa era stata rinviata a giudizio nel 2018 e, due anni prima, il Gip Antonella Marrone aveva firmato il provvedimento restrittivo che prevedeva la sospensione dal servizio dalla scuola di Fabriano dove lavorava da diverso tempo.
L’insegnante 60enne, difesa dall’avvocato Marina Magistrelli, ha più volte ribadito come in realtà non avesse mai mancato di dare premure ai suoi alunni, pur nelle difficoltà. Ha spiegato: «C’erano tre elementi in particolare che destavano scompiglio in classe, dicevano parolacce, facevano gestacci e uno in particolare dava degli spintoni così forti da farmi cadere dalla sedia. Nella sezione c’erano 28 bambini ma non mi sono mai sognata di alzare un dito nei loro confronti». La donna all’epoca dei fatti era stata incastrata da alcuni video delle telecamere installate dalla polizia. Una mamma, infatti, aveva denunciato l’insegnante in seguito ad alcuni cambiamenti nel comportamento del figlio che all’improvviso non voleva più andare a scuola e diceva di aver paura. Da lì molti altri genitori (63 le persone offese) avevano accusato l’insegnante di utilizzare metodi violenti, deridendo i piccoli o mortificandoli con punizioni esagerate oppure offendendoli con epiteti come «cretino, deficiente, perdente o topolino che fa la cacca».
Il pm in aula ha incalzato più volte l’imputata, soprattutto nel chiedere conto dei suoi comportamenti immortalati dalle spycam degli agenti. «Cinque giorni a settimana stavamo sempre in compagnia di un’altra maestra in classe - ha spiegato in aula l’insegnante - in particolare c'era la maestra di religione. Se davvero avessi avuto quegli atteggiamenti lei avrebbe potuto dire o fare qualcosa». L'interrogatorio della donna si è protratto per un'ora e si dovranno chiarire ancora alcuni punti di questa vicenda. L’udienza è stata rinviata al 14 settembre.