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Cronaca

Schizzano le domande di posti negli asili nido, ma Il caro bollette fa lievitare la retta nelle strutture private

Dopo il covid le richieste di posti nei nidi sono aumentate considerevolmente, nonostante le strutture private abbiano dovuto ritoccare i prezzi delle rette per via del caro energia. Mentre per le strutture pubbliche si va in base al reddito Isee

ANCONA - Le rette nei nidi privati sono cresciute di un 15% rispetto agli anni scorsi. Mentre il settore pubblico va in base al reddito Isee delle famiglie. Ma nonostante gli inevitabili ritocchi per le strutture che maggiormente subiscono gli effetti del caro bollette, in particolare i nidi privati, il risultato non cambia: dovunque si sta registrando un forte incremento delle richieste da parte delle famiglie. «Se avessimo avuto cinquanta posti in più li avremmo riempiti sicuramente» fanno sapere dal nido La Coccinella. «Dopo il covid hanno cominciato a fioccare le richieste tutto l’anno» specifica Laura Pieia, responsabile del nido L’Albero delle Coccole. 

Prezzi in aumento 

Nelle strutture private il costo della retta ha inevitabilmente subito un lieve rialzo per permettere ai gestori di fare fronte ai rincari sulle utenze. In media si parla di un ritocco del 10-15% rispetto agli altri anni. «Per il tempo parziale abbiamo messo una retta mensile di 480 euro al mese, mentre prima era 460 euro - spiega Laura Pieia - mentre per il tempo pieno 600 euro invece di 585 euro». Un trend che accomuna tutti i nidi privati: «da noi le rette si aggirano in una forbice che va all’incirca dai 400 ai 510 euro mensili - replicano i gestori de La Coccinella - più o meno una decina di euro in più rispetto a prima». Dunque ritocchi di poco conto, che in effetti non turbano l’economia delle famiglie. Ma per i gestori delle strutture vogliono dire molto, e permettono di attutire il duro colpo del caro bolletta.

La novità

Sul fronte degli asili pubblici il Comune di Ancona ha inserito un metodo di calcolo della retta differente rispetto al passato: «prima esistevano gli scaglioni - spiega l’assessore alla pubblica istruzione Tiziana Borini - mentre da qualche anno abbiamo inserito il metodo di calcolo in base al reddito Isee delle famiglie». Questo per evitare che una famiglia finisse in un determinato scaglione per poche decine di euro. Altra novità: le domande per l’iscrizione ai nidi si possono inviare due volte all’anno, mentre prima una sola volta. «Oltre a maggio, adesso si possono inviare anche a novembre - continua l’assessore - un po’ perchè sono cambiate le esigenze delle famiglie e magari può accadere che arrivi la necessità di iscrivere il bambino al nido dopo la pubblicazione delle graduatorie di maggio. E poi per agevolare quei bambini che nascono dopo il mese di maggio e che altrimenti avrebbero dovuto aspettare un anno intero per essere iscritti al nido».  

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