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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Stazione / Via Ragusa

Marino Severini e Fosco Giannini a sostegno di “Casa de’ Nialtri”

Fosco Giannini, segretario regionale PDCI Marche e Marino Severini, voce e chitarra della "Gang", hanno scritto a quattro mani un articolo per difendere l'occupazione dell'ex scuola Regina Margherita. Ecco il testo integrale

Io sono Marino Severini. Qualcuno mi conosce: sono la "voce" e la chitarra de "La Gang". Giro l'Italia a cantare, ma non solo sui palchi. Anche nelle fabbriche occupate e ovunque si lotti per la dignità, la libertà, la giustizia.
Io sono Fosco Giannini. Qualcuno conosce anche me. Sono stato uno degli otto "senatori ribelli" contro la guerra in Afghhanistan. Con Franca Rame, Enzo Jannacci, Paolo Rossi e tanti altri ed altre mi sono battuto contro le guerre e il riarmo,  contro la 'ndrangheta calabrese, a fianco degli operai "in esubero".

Oggi, noi due, ci stringiamo in modo solidale agli occupanti della "Casa de' nialtri", la casa occupata di Ancona. Siamo totalmente a fianco degli uomini e delle donne del Sudan, della Costa d'Avorio, della Nigeria, della Somalia, dell'Algeria, del Pakistan,  dell'Albania  e di altri paesi del mondo che una domenica mattina, tre giorni prima di quest'ultimo Natale, si sono messi a camminare assieme, hanno aperto la porta di una casa abbandonata, hanno posato sui pavimenti sporchi e polverosi le loro poche cose e hanno  "occupato" per darsi un tetto, ma anche per disvelare la verità, ciò che succede e viene celato, a chi non sa cosa sia il freddo delle notti d'inverno passate in una strada o in  una stazione; a chi non sa cosa voglia dire cercare un pezzo di pane in un cassonetto; a chi non sa che in ogni città italiana vi sono uomini e donne che  vivono queste sofferenze  e sono dimenticati. Persino scansati via, perchè la miseria non si vuole vederla, constatare che esiste. Sappiamo che il coraggio degli immigrati di via Ragusa è divenuto anche il coraggio dei senza casa e dei senza lavoro di Ancona, che hanno raggiunto la "Casa de' nialtri" e lì hanno imparato a non nascondersi più, a raccontarsi.

Sappiamo che le autorità hanno dichiarato che quell'occupazione è illegale. E' strano il potere costituito: si abitua allo stato di cose presenti, scambiandolo per la verità e non vede quanto siano socialmente e moralmente illegali la miseria, la fame, la disoccupazione, l'assenza di un tetto. Le autorità hanno anche dichiarato che la legalità dovrà essere presto ripristinata, che "quella casa è del Comune"!  Anche qui: se è del Comune, della comunità, perchè quello spazio abbandonato non può servire per quella parte della comunità che più di ogni altra soffre?

Il potere, ma anche il torpore delle coscienze che il potera emana e installa, ha bisogno di scosse. E questa occupazione è una bella scossa democratica di cui avevano bisogno i lavoratori, i giovani disoccupati, i precari e i tanti poveri anconetani. Non è che è di questo che si ha paura? Molti di coloro, anche il sindaco di Ancona, provengono da un glorioso Partito, il PCI, che occupava le terre nelle lotte contro la mezzadria; occupava le fabbriche degli operai licenziati ; occupava le case dei signori torinesi che non volevano affittarle agli operai calabresi, napoletani, siciliani che salivano al nord per la FIAT.

E' stato tutto dimenticato?  E'  mai possibile che con questa gloriosa memoria alle spalle ora si giunga a proporre per i senza casa  qualche stanza per pochi mesi? L'importante è che se ne vadano da lì, per togliere il disturbo, cancellare l'esempio? E dopo? Torni pure la strada, la stazione, il cassonetto, la mensa dei poveri? Bisogna cambiare davvero, dare soluzioni, o la stessa democrazia  si corrode. Vogliamo dire un'ultima cosa. Perchè non facciamo come a Roma, dove è stata indetta, da tutte le forze solidali, "una notte all'addiaccio"? Una notte durante la quale anche chi la casa ce l'ha va  a dormire in strada, in piazza sotto un ponte, in segno di solidarietà con chi la notte la passa sempre fuori.

E' un'idea. Se piace ci lavoriamo assieme. Noi due ci siamo. Per questo e per tutto il resto che serve per rafforzare la lotta.

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