Carabiniere e poliziotto in manette: volevano svaligiare la Banca d'Italia

L'ex comandante della stazione dei carabinieri di Collemarino di Ancona (attualmente in malattia) e un sovrintendente della polizia di Stato in servizio alla Squadra mobile del capoluogo sono stati arrestati insieme a due pregiudicati pugliesi con le accuse di concussione e corruzione.

IL PIANO. Volevano svuotare il caveau della sede della Banca d'Italia di Ancona, un colpo da circa 200 milioni di euro, corrompendo uno dei carabinieri addetti alla vigilanza per poter disattivare il dispositivo di allarme.
Secondo quanto reso noto dal procuratore capo di Ancona Elisabetta Melotti, a progettare il 'colpo della vita', poi sfumato, sarebbe stato O. B., un pregiudicato di Foggia, che avrebbe convinto il sovrintendente di polizia F. L., un pugliese in servizio presso la Squadra mobile di Ancona, a coinvolgere nel piano il maresciallo dei Carabinieri I. B., già comandante della stazione Cc di Collemarino, il quale  a sua volta avrebbe dovuto corrompere uno dei militari dell'Arma in servizio presso Bankitalia, per poter avere accesso ai dati informatici che garantiscono la sicurezza dell'istituto, e neutralizzare nottetempo il sistema di videosorveglianza e introdursi nel caveau.

Il denaro trafugato sarebbe stato sostituito con altro materiale cartaceo, in modo da ritardare la scoperta del furto. Al colpo avrebbe collaborato anche M. C., originario di Andria, pure lui finito in manette. Il piano è fallito grazie alle indagini di carabinieri e polizia, che sono arrivati prima, arrestando il quartetto con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, tentata concussione e istigazione alla corruzione. Il pm Marco Pucilli ha ottenuto dal gip Alberto Pallucchini la custodia in carcere per tutti gli indagati.