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Cronaca Rione degli archi

Viaggi a casa nostra: «I racconti del passato sono chiave d'integrazione»

L'iniziativa ideata da Arcopolis vede protagoniste le storiche famiglie del rione. Attraverso i loro racconti e il materiale fotografico si potranno ideare spettacoli, canzoni e laboratori

ANCONA – I racconti di genitori e nonni delle storiche famiglie del “Rio de j’Archi” trasformati in spettacoli, laboratori e attività per i giovani dello storico quartiere multietnico. Il progetto “Viaggi a casa nostra”, presentato alla Sala Boxe della Mole domenica 27 febbraio, è ideato dall’associazione di volontariato Arcopolis ed è «un progetto sperimentale nel quale ipotizzare – spiega il presidente Silvio Boldrini - realizzare e generare nuovi modelli di comunità più adatti alla complessità del mondo di oggi. In questo senso il lavoro che stiamo portando avanti nel rione degli Archi potrebbe diventare un esempio anche per altri quartieri o città. In un momento storico sempre più incerto segnato dal covid e ora anche dalla guerra, diventa fondamentale proporre percorsi nei quali dare valore all'individuo attraverso l'ascolto, il racconto e l'incontro». All’evento di presentazione erano presenti gli assessori Paolo Marasca ed Stefano Foresi e il sindaco Valeria Mancinelli. Il Primo cittadino ha detto: «Come amministrazione abbiamo aiutato Arcopolis fin da subito, anche economicamente, perché è fondamentale abbellire mura, edifici e vie grazie ai fondi del Bando Periferie, ma è altrettanto fondamentale costruire relazioni e arricchire la vita di comunità».

Tre step

Il progetto "Viaggi a casa nostra" è diviso in tre fasi. Già dai prossimi giorni esperti e volontari dell’associazione entreranno nelle case di dieci famiglie del posto, condivideranno il racconto delle loro vite con gli abitanti del quartiere. Prosegue Boldrini: «Ci sono famiglie di origini civitanovesi e lampedusane (ossia gli storici gruppi di “arcaroli” che si sono insediati nel quartiere decenni fa) ma anche nuclei tunisini, senegalesi, albanesi, bengalesi e peruviani. Ci saranno anche un paio di famiglie anconetane legate all’esperienza del Doge, don Eugenio Del Bello, storico parroco del quartiere».

Le narrazioni saranno la base per il secondo step, ossia realizzare opere d'arte urbana volte alla riqualificazione di alcune zone del quartiere, dei laboratori di musica rap e di danze tradizionali delle culture diverse del quartiere. Laboratori che verranno svolti nella scuola elementare "Leonardo Da Vinci", partner del progetto, e nella sede di Arcopolis "Casa Nostra". Il risultato dei vari laboratori saranno poi presentati nel corso della “Festa de Ni Archi-insieme oltre le barriere” che si terrà sabato 4 Giugno nella piazza antistante la chiesa del santissimo crocifisso. Verranno inoltre realizzate due pubblicazioni: un libro illustrato in cui verranno trasformate in fiabe i racconti delle famiglie degli Archi e la ricerca della professoressa Grazia Cotoloni riguardante la cultura delle famiglie dei pescatori.

I laboratori

Le opere d’arte urbana “Art in my heart” prevedono, nella sua parte conclusiva, la riqualificazione delle pareti lungo l’ingresso al campo verde “Pacifico Ricci", attraverso la realizzazione di opere artistiche progettate e realizzate con la partecipazione degli abitanti, giovani ed adulti. C'è poi il laboratorio di danze interculturali, condotto dalle insegnanti del corpo di ballo “Arcopolis Dance Power” che prevede una ricerca delle danze tradizionali delle famiglie ascoltate nella prima fase. L'obiettivo è la realizzazione di uno spettacolo finale in cui bambini e adolescenti balleranno insieme. E il“Rap Attitude School Lab”, condotto da alcuni rapper del territorio in collaborazione con Luca Mascini, cantante del gruppo Assalti Frontali. «L’obbiettivo è di trasformare i racconti di vita delle famiglie coinvolte in una canzone rap. La canzone sarà scritta, musicata e cantata dai rapper professionisti e dai nostri adolescenti e bambini».

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