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Cronaca Borgo Rodi / Via Podgora

Un giro con Bruno, 94enne al volante: «Io un pericolo? Gli incidenti li fanno i giovani»

Bruno Giorgini ha preso la patente nel 1942 e da allora non ha più smesso di guidare: «Non è l'età che fa l'automobilista». Ecco i suoi consigli per i giovani alla guida

Berretto in testa e bastone per aiutarsi nella discesa delle scale di via Podgora: «E’ il ginocchio la rovina mia, però quando sono seduto in macchina comando io, quello è il mondo mio». Bruno Giorgini ha 94 anni di cui quasi 75 trascorsi al volante di automobili e mezzi da lavoro di ogni tipo. Guida ancora oggi e guai a toccargli la sua Citroen C1 rossa con la quale gira per le vie di Ancona in piena autonomia e lucidità. Il nonnino con il cappello che rallenta il traffico? Un luogo comune che con lui non attacca. Bruno rispetta i limiti di velocità, in centro non supera i 50 all’ora e la sua guida fluida non è di ostacolo a nessuno. Frecce al momento giusto e precedenze rispettate in piena regola. Dicono che a una certa età la patente non vada confermata perché può essere pericoloso: «Pericoloso? Io gli incidenti li vedo fare ai giovani. Io ne ho fatto solo uno nel 1975 a Porto Potenza Picena quando di notte a bordo di un autocarro ne ho tamponato un altro che era fermo con il rimorchio quasi al centro della strada». Altri sinistri? Non pervenuti dal lontano 1942, anno della prima patente di guida. 

La patente nel 1942

Bruno aveva 19 anni, l’Italia era in piena guerra e le strade ad Ancona erano ancora un miraggio: «La patente l’ho presa quando facevo il militare durante la guerra, poi sono stato in Grecia e a Rodi i tedeschi mi hanno fatto prigioniero dopo l’armistizio. Quando sono tornato a casa la mia patente non sapevo neppure che fine avesse fatto, così la presi di nuovo». Dall’immediato dopoguerra bruno ha guidato di tutto. Automobili, mezzi agricoli, escavatori con cui spianava le risaie in Romagna ma anche camion che trasportavano vetro fino alla Calabria e ritorno. L’autostrada? Doveva ancora nascere. A bordo dei vecchi mezzi pesanti, racconta lui, cambiava le marce con il metodo della “doppia”: una lieve accelerata prima di toccare la leva del cambio, quando la frizione era ancora giù, per permettere ai vari ingranaggi di girare quasi alla stessa velocità. Particolarità che, forse inconsapevolmente, porta ancora con sé: quando deve cambiare le marce sulla piccola C1 ha il vizietto di mandare su di giri il motore per qualche secondo di troppo. E’ l’unica sbavatura di una guida ancora perfetta.

Un giro in macchina con Bruno - VIDEO

Consigli ai giovani

La C1 è parcheggiata in via Trieste. Bruno si siede al posto di guida, saluta il figlio, indossa la cintura di sicurezza e inizia la manovra di uscita dalla piazzola di sosta con una precisione millimetrica: il muso della sua utilitaria sfiora quello dell’Audi parcheggiata davanti senza toccarlo: «Adesso facciamo il giro che faccio sempre io». Bruno usa la macchina per andare a Vallemiano e Barcaglione, dove raggiunge gli amici e si diletta nel gioco delle bocce. Via Podgora, via Rodi, via XXV aprile e giù fino a via Paolucci. La sua mente è una mappa che farebbe invidia a un navigatore satellitare: «A Barcaglione si va dalle Torrette, andando verso Casine di Paterno c’è un bivio che a destra porta a Falconara alta e lassù c’è un campo da bocce dove vado la domenica». Bruno ha guidato la vecchia Fiat 500, poi la Giardinetta con cui la moglie fruttivendola andava a comprare uova e verdure nei campi di Agugliano per rivenderli ad Ancona. «Ai neopatentati consiglio di rispettare i segnali, a volte capita che uno si trova davanti al semaforo giallo e passa come se nulla fosse. E’ una brutta cosa». E sulla patente dopo una certa età?: «Se uno ha la possibilità di guidare anche a 95 anni e lo sa fare bene, senza problemi, può farlo tranquillamente. Oggi poi fanno molti controlli specialistici, compreso l’elettrocardiogramma, e quando uno ha tutti i requisiti a posto perché la patente non deve essere data? Non è l’età che fa l’automobilista. Certo, l’anziano che non può guidare dovrebbe capire da sé che non può più farlo, ma io vedo che gli incidenti li fanno i giovani e non gli anziani». 

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