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Aziende in difficoltà, che occasione per le mafie: ora arrivano anche i clan stranieri

Lo spaccato della realtà criminale marchigiana visto e spiegato dal procuratore generale. Dati e modus operandi sono stati forniti durante l'apertura dell'anno giudiziario

La costa marchigiana è la nuova frontiera della criminalità organizzata. A dirlo è stato il Procuratore Generale Sergio Sottani (foto in basso) durante l’apertura dell’anno giudiziario alla presenza del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura David Ermini. Sottani ha spiegato che «dalle indagini in corso emergono elementi sintomatici che fanno presumere come il tessuto economico della Regione possa essere appetibile alla criminalità organizzata, interessata ad effettuare accaparramenti e turn over di aziende ed esercizi in difficoltà con l’obiettivo di rilevare le attività più redditizie ubicate lungo la costa o comunque subentrare nella loro gestione mediante l’inserimento di persone di fiducia». Non si tratta di un radicamento vero e proprio, specifica il procuratore, ma della presenza di soggetti cosiddetti “in proiezione”: «persone che appartengono a organizzazioni come la ‘ndrangheta o la camorra ma che operano illecitamente fuori dalla provincia in cui la stessa organizzazione esercita il controllo». Tema che si lega alla presenza nelle Marche di numerosi collaboratori di giustizia ma anche di soggetti appartenenti a organizzazioni mafiose che qui scontano pene alternative alla detenzione. Il rischio di infiltrazioni e riciclaggio, sostiene ancora Sottani, è aumentato dopo il terremoto del 2016: «L’investimento economico che ruota intorno alla ricostruzione rappresenta una ghiotta occasione e un catalizzatore di capitali illeciti in cerca di canali di reimpiego». Tuttavia, spiega Sottani è proprio la mancanza di un controllo capillare da parte delle organizzazioni criminali ad agevolare l’attività di gruppi criminali di matrice etnica che si sono ritagliati il proprio spazio in diversi settori. Nella relazione il procuratore specifica, ad esempio, che «la criminalità albanese ha mostrato particolare propensione all’organizzazione e gestione del traffico di stupefacenti e al controllo della prostituzione di donne provenienti dall’area balcanica o ex Urss. I gruppi criminali di etnia nigeriana sono perlopiù dediti a reati legati alla prostituzione e al traffico di stupefacenti, spesso in sinergia con altri sodalizi, perlopiù riferibili all’area magrebina. La criminalità rumena è generalmente incline ai reati predatori e si è manifestata in questa regione anche nel settore della prostituzione. La criminalità pakistana, infine, detiene il monopolio del traffico e spaccio di eroina nella fascia costiera del maceratese». Sottani ha anche ribadito il concetto di annus horribilis patito dalle Marche e lo stesso Csm ha voluto dare un segno di presenza tangibile con il vicepresidente Ermini: «Venire ad Ancona per l’inaugurazione dell’anno giudiziario è stato un gesto simbolico importante, le Marche hanno avuto momenti significativi dal terremoto ai fatti di Macerata e poi con l’omicidio di Pesaro e il caso Corinaldo. La magistratura sta mettendo insieme un impegno forte non solo nei casi citati, ma soprattutto nell’attività ordinaria». 

Reati e carceri

Uno dei dati che ruba l’occhio riguarda la giustizia minorile, con il 39% di iscrizioni penali in più rispetto allo scorso anno. L’incremento delle materie trattate si riferisce specialmente ai reati in materia di stupefacenti tra giovani (225 provvedimenti contro i 92 dello scorso anno con un aumento dei procedimenti del 244%). Tra luglio 2017 e giugno 2018, su scala regionale, sono aumentati i casi di stalking (+27%) ma il boom riguarda i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale (+82%) e lottizzazione abusiva (+92%). Furti complessivamente diminuiti (-19%) ma il dato specifico dei raid in abitazione è invece aumentato del 28%. Per quanto riguarda il sovraffollamento delle carceri, Montacuto è in condizioni critiche con 308 detenuti a fronte di 256 posti regolamentari, mentre Barcaglione ospita meno detenuti (85) rispetto alla capienza regolamentare (100). Aumentano però i casi di autolesionismo negli istituti marchigiani con 206 casi contro gli 86 dell’anno precedente e ben 55 casi registrati solo a Montacuto. 

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Edilizia giudiziaria

A inizio cerimonia il Presidente della Corte d’Appello Luigi Catelli ha richiamato l’attenzione sugli annosi problemi logistici: «La situazione dell’edilizia giudiziaria è del tutto inadeguata per alcuni uffici di importanza distrettuale». Ad Ancona la questione riguarda il Tribunale di Sorveglianza (1.000 mq di uffici e 100 mq di camere di sicurezza nel seminterrato), incluso in una struttura condivisa con altre unità immobiliari e per il quale il presidente ha rinnovato la richiesta di trovare una nuova sede. C’è poi anche la stessa Corte d’Appello: «insufficiente a contenere 24 magistrati togati, 10 giudici ausiliari, 60 amministrativi» anche per l’utilizzabilità limitata del seminterrato dove si trovano reperti archeologici protetti. 
 

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