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Cronaca

Angela e Arianna spose: «Ad Ancona abbiamo trovato serenità, ora vogliamo un figlio»

Angela e Arianna sono una coppia unita civilmente con la legge Cirinnà, vivono da due anni ad Ancona dove si trovano bene e oggi sognano di avere un figlio e crescerlo nel capoluogo dorico

Non è stato facile prendere piena consapevolezza di come una parte di sé fosse capace di andare oltre l’idea di famiglia a cui la società ha sempre fatto riferimento, oltre quell’immaginario collettivo a cui ci si abitua fin da piccoli guardando i cartoni animati in cui il principe azzurro è sempre un uomo e la fanciulla la donna più bella del reame. E’ stata ancora più dura uscire allo scoperto con le proprie famiglie, con gli amici, con quelle persone il cui giudizio non si poteva mettere da parte come un libro vecchio perché comunque sarebbe pesato come un macigno. Dopo essersi trovate e amate, si sono trasferite nelle Marche, si sono unite civilmente con la nuova legge Cirinnà prprio nel comune dorico e si sentono libere di vivere la propria unione ad Ancona, dove oggi convivono Arianna Dongu, 25 anni di Roma e Angela Castorina, 30 anni di Catania. Rivendicano il diritto di essere famiglia e sognano un figlio. «Nei prossimi anni vorremmo avere un bambino - spiega Angela - C’è una clinica in Spagna dove ci sono dottori italiani e con loro progetteremo una fecondazione assistita un po’ particolare: siccome vorremmo che il bambino fosse di entrambe, pensiamo di prendere gli ovuli di Arianna che poi, una volta fecondati, porterei io nel mio grembo». Fattibile nella pratica, ma con diverse incertezze sulla condizione legale perché, ad oggi, la legge Cirinnà non prevede che in automatico si applichino alle parti dell'unione civile le disposizioni in materia di adozioni, tuttavia il Tribunale potrebbe applicare le norme sull'adozione in casi particolari (come le coppie omosessuali appunto) garantendo così ad Arianna di diventare madre adottiva del bimbo che partorirebbe Angela. Anche se qui siamo oltre. Infatti l’ovulo portato in grembo da Angela sarebbe addirittura di Arianna. «Il bambino sarebbe di entrambe - spiega Angela - Sicuramente dopo dovremmo intraprendere un percorso giuridico per far valere i diritti di entrambe su nostro figlio». L’ideale sarebbe proseguire con il percorso sui diritti delle coppie Lgbt rimarca Arianna: «Io spero cambi qualcosa da qui a quando riusciremo a realizzare questo sogno perché sarebbe un problema, non emotivo ma pratico: lo devo andare a prendere a scuola, posso farlo? Se succede qualcosa a Angela, avrò pieni diritti?». 

La vita ad Ancona di Arianna e Angela spose

Sono queste le domande che assillano Angela, che nella vita è impiegata alle Poste e Arianna che dopo aver lasciato la facoltà di biologia segue un corso di illustrazione all'ACCA Accademy. Sembra lontanissimo il 2014 quando gli sguardi delle due donne si erano incrociati per la prima volta in occasione di una convention cosplay a Perugia sulla loro serie tv preferita: Once upon a time. Del resto, in costume, da vere cosplayer, ci si sono anche sposate lo scorso settembre con la benedizione dell'assessore Emma Capogrossi. Arianna veniva da un percorso interiore sofferto, fatto anche di negazione, di quella paura di essere diversa rispetto agli adolescenti della sua scuola, nel quartiere Axa, sulle cui mura, ricorda con timore Arianna, campeggiavano svastiche e croci celtiche. Angela no. Lei ha scoperto di potersi innamorare di una donna quando ha visto Arianna. Dopo 1 anno a Roma si sono trasferite ad Ancona. «Sicuramente il vantaggio è che non siamo di Ancona e questo ci permette di viverla più liberamente fregandocene di quello che pensano le persone, però Ancona è sicuramente una città tollerante - spiega Angela - io a Catania avevo paura perché ero circondata da storie di miei coetanei buttati fuori da casa, ripudiati e maltrattati. Ricordo quando ho detto di Arianna a mia madre: sono scoppiata a piangere per il magone, ma lei mi ha compreso, mi ha sostenuta e anche se all’inizio c’era stata della resistenza da parte dei parenti oggi posso dire di aver superato anche quella». Ad Ancona si trova bene anche Arianna che, anzi, guarda la capitale con amarezza: «Sembra aperta ma se ci pensi c’è quella che viene definita gay street, altro non è che un ghetto perché la verità è che anche a Roma non sempre si è liberi di essere». 

L'episodio omofobo e lo sguardo al futuro

E pensare che sono state anche protagoniste di un caso di omofobia, avvenuto proprio ad Ancona da parte di un videomaker, quello scelto da loro per seguire le nozze. Quando lui si è trovato di fronte ad Arianna e Angela, i tre hanno pacificamente parlato per più di mezz’ora di come come raccontare la giornata speciale con foto e video. Salvo poi inviare un messaggio in cui si scusava dicendo di essere rimasto spiazzato e non sentirsela di immortalare il giorno più bello della loro vita perché cristiano, dunque contrario a quella unione. «A noi la cosa che ha disturbato di più è che ce lo ha detto dopo, io posso anche capire che per te sia un problema il fatto che noi ci vogliamo sposare, ma almeno abbi il coraggio di dircelo». Perché fa ancora più rabbia essere giudicati da chi non conosce e pone una distanza idologica di sicurezza. Ma ormai quella reticenza Arianna e Angela la conoscono bene. Raccontano con ironia gli “ululati” misto disapprovazione e stupore dei passeggeri che anni fa avevano assistito al loro primo bacio all’aeroporto di Catania. Non fanno più così effetto le frasi come “ma vedrai che è una fase poi passa”. Oggi Arianna e Angela stanno insieme e basta. «Volevamo avere dei diritti e dei doveri in più che altrimenti non ci sarebbero stati garantiti e  poi volevamo coronare il nostro amore, ecco perché ci siamo sposate». Sposate dicono loro, anche se in teoria sono unite civilmente. «Io lo chiamo matrimonio - dice Arianna - la differenza non la vedo, non capisco perché non si possa chiamare matrimonio il nostro perché alla fine ci comportiamo come le altre coppie, ci prendiamo cura dell’altra, facciamo la spesa insieme, curiamo le nostre due gatte insieme. Una differenza è che in teoria non avremmo l’obbligo di fedeltà ma è ridicolo, sembra ci debba essere sempre qualcosa a rimarcare che siamo meno coppia di altre, quando in realtà ci sentiamo sposate, due mogli, e siamo pronte ad assumerci anche i doveri e fare quei sacrifici di qualsiasi altra coppia sposata». Intanto, in attesa di recuperare le migliaia di euro che servono per avere un figlio in provetta all'estero, Angela e Arianna sono impegnate nella presentazione dei loro romanzi “Runaway” e “Demons”, che ci ricordano come nella vita sia pesante portare una maschera e come sia invece liberatorio gettarla perché, a chi vive ancora la propria sessaulità in penombra e nella paura, Arianna e Angela dicono: «Non abbiate timore. L'importante è essere se stessi perchè chi ci vuole bene davvero non ci lascerà e ci sarà accanto. All'inizio sarà dura, ma poi andrà tutto bene».  

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