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Cronaca

Al porto c’è chi chiude per scelta: «Ordinanza via social, non sappiamo come comportarci»

Ancona piomba di nuovo in zona arancione e al porto, dove da oggi si possono servire solo viaggiatori, c'è chi ha scelto di chiudere la saracinesca del ristorante per scelta

“Oggi, martedì 23 febbraio rimarremo chiusi. Aspettiamo chiarimenti riguardanti l’ultima ordinanza uscita solo sui social. Non abbiamo idea di come ci dobbiamo comportare. A presto”. E’ il messaggio che campeggia esplicito sulla vetrina della “Locanda del porto”. E’ così che la direzione ha comunicato, e praticamente commentato, l’ordinanza comunale che da oggi consente ai ristoratori dello scalo di servire solo i clienti muniti di titolo di viaggio. Tutta Ancona però oggi si è svegliata con un passo indietro nel tempo. Da mezzanotte è zona arancione e questa mattina la gente è tornata a consumare caffè e brioches passeggiando lungo il corso (GUARDA IL VIDEO). Chi gestisce un bar o un ristorante parla quasi all’unisono: «A questo punto è quasi meglio il lockdown».  

«Come siamo messi oggi?» Chiede un cliente ironicamente entrando al bar “Maurizio” al titolare Francesco Barzillona. «Siamo messi male» replica il barista. Una restrizione di quattro giorni? «Non è quello, perché chissà sabato cosa decideranno- commenta Barzillona- il problema è che non possiamo fare neppure una programmazione, il pasticcere mi chiede quanta roba deve produrre ma io non sono più in grado di dirglielo». Massimo Sturani, titolare del “Maxi Bar” confessa di avere dei pagamenti in arretrato: «Ristori? Io personalmente me non chiedo nulla, vorrei solo che lasciassero in piedi le nostre attività bloccando gli affitti». Il ristoratore vive il momento anche emotivamente: «Quando sono le 17,55 comincia a salire il terrore, perché sai che il cliente può attardarsi per qualche motivo e fuori ci può essere già un controllo pronto». Una situazione «Paradossale» dice Michele Zannini, del “Bar Caffè Giuliani”: «Come sempre siamo stati con pochissimo avviso e non siamo stati in grado di annullare ordini del fresco già prenotati per lunedì». Sulla stessa linea Sara Ambrosio, titolare di “Amarcord”: «Per noi fare magazzino è importante, ma potrebbe anche rivelarsi uno spreco». 

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