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Cronaca

Uscita ovest, CNA: «Il progetto non vedrà mai la luce»

La CNA si è espressa riguardo il progetto dell'uscita ad ovest: «E' giunto il momento di cercare soluzioni meno impattanti, meno costose e più efficaci»

«Abbiamo sostenuto con forza l’urgenza dell’Uscita ad Ovest, nel momento in cui si trattava di premere e di fare squadra attorno alla necessità di arrivare in tempi rapidi all’affidamento da parte del MIT dell’incarico di progettazione di massima e di conseguente realizzazione al gruppo di imprese denominato Passante Dorico» Ad affermarlo è Andrea Cantori, Segretario della CNA di Ancona. Il suo intervento integrale sull'uscita ad ovest.

«Lo abbiamo sostenuto, anche in Consiglio Comunale aperto di fronte al Vice Ministro On. Nencini, perché è e rimane indispensabile e improcrastinabile una bretella diretta di collegamento diretto tra lo scalo e la grande viabilità autostradale, non solo per il futuro del porto, dell’indotto e dell’economia della intera regione, ma anche per la città, per liberarla dalla morsa del traffico e dalla piaga dell’inquinamento, soprattutto per i quartieri a nord. Lo abbiamo sostenuto perché quello di Ancona è l’unico porto di rilevanza internazionale, sede di Autorità portuale di bacino, nonché terminale di un importante Corridoio Europeo che non ha un collegamento diretto con la grande viabilità nazionale. Lo abbiamo sostenuto, nonostante le perplessità relative ai tempi dell’opera, al suo impatto ambientale, alle problematiche geologiche, alla sostenibilità economica della stessa. Per le stesse ragioni, alla luce degli sviluppi (meglio dire dell’impasse totale) della vicenda, crediamo che sia giunto ora il tempo di assumersi le responsabilità collettive, ognuno per la sua parte, e di dire con chiarezza che la scelta dell’uscita ad ovest, così come pensata, non è più praticabile alla luce dei nuovi sviluppi relativi al piano finanziario ed alle vicende giudiziarie del gruppo aggiudicatario. Anzi, perseverare su questa scelta rischia di procurare un ulteriore danno, perché allunga ulteriormente  i tempi di una soluzione che non può più essere rinviata e genera aspettative che saranno deluse nuovamente, tenendo impiccato lo scalo dorico ai suoi deficit infrastrutturali. Per non parlare delle tariffe ipotizzate per i pedaggi che, piuttosto che favorire la competitività dello scalo dorico, la danneggerebbero seriamente. Vogliamo ricordare, ad esempio, che l’autotrasporto portuale, servendo un bacino prevalentemente locale, entra ed esce dal porto più volte al giorno. Questo rappresenterebbe un insostenibile aggravio di costi che metterebbe fuori mercato non solo le imprese di autotrasporto ma la convenienza dello stesso scalo dorico. Sono mesi che aspettiamo segnali dal Ministero sulla questione, che però continuano a non arrivare. Anzi si richiede un finanziamento diretto con soldi pubblici di una parte dell’opera che rimetterebbe in moto tutta la procedura di affidamento allungando nuovamente i tempi. Ricordiamo che l’opera avrebbe dovuto essere avviata proprio quest’anno. Occorre avere il coraggio di cambiare strada (anche in senso letterale) e di dire con chiarezza quello che ormai tutti pensano, cioè che l’uscita a ovest non si farà mai. E’ oramai giunto il momento di cercare soluzioni meno impattanti, meno costose e più efficaci e, soprattutto, più rapide, per il porto, per la città e per il quartiere di Torrette, strozzato dal traffico e dall’inquinamento. Ed è questo che chiediamo con forza al Governo. Non chiediamo certamente di abbandonare l’uscita ad ovest per lasciare tutto così com’è, tutt’altro. Chiediamo alle istituzioni locali, Comune, Autorità Portuale, Regione, ed alle forze economiche e sociali oltre che politiche della città, di richiedere univocamente e con determinazione al Governo di trovare una soluzione chiara, seriamente perseguibile, meno impattante e soprattutto, più veloce. Occorre un cambio radicale di strategia. Idee e progetti di massima ci sono già. E’ forse il tempo di lavorare su quelli, decisamente e celermente e di non perdere altri anni preziosi. Il progetto di riprofilatura del lungomare nord con l’allargamento della Flaminia a quattro corsie è una occasione in questa direzione. Queste argomentazioni le abbiamo già anticipate nell’incontro dei giorni scorsi con l’Assessore Ida Simonella. Gli autotrasportatori che lavorano al porto vivono quotidianamente sulla propria pelle la condizione che, soprattutto nei mesi estivi, si fa insostenibile, con aggravio di tempi, di costi e di sicurezza che non aiuta certo la competitività del trasporto e, di conseguenza, l’attrattività del porto. Rotatoria a Torrette e/o sottopasso, bretella tra Torrette e Collemarino: idee di massima fattibili esistono e possono essere praticate e, soprattutto, essere di più semplice, più veloce, meno costosa e meno invasiva realizzazione. Il tutto deve essere affiancato dal raddoppio necessario della Falconara–Pontelungo. E’ doverosa una azione forte nei confronti del Ministero dei Trasporti per assicurare in tempi brevi, con trasparenza e minor impatto possibile, sia ambientale che economico, un collegamento adeguato tra sistema portuale e grande viabilità nazionale».

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