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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

«Troppo mascolina per essere stuprata»: prima assolti, ora arriva la condanna

Violenza sessuale nel parco, la Corte d'Appello di Perugia ha inflitto 5 e 3 anni ai due giovani che abusarono di un'amica: «Non conta l'aspetto fisico»

«Troppo mascolina, non fu violenza»: con queste motivazioni la Corte d’Appello di Ancona, nel novembre 2017, decise di assolvere i due ragazzi peruviani di 24 anni accusati di aver drogato e poi stuprato una loro amica, ventenne all’epoca dei fatti, nel parco della Pace di via Ragusa, la notte del 9 marzo 2015.

Ma ieri la Corte d’Appello di Perugia - a cui la Corte di Cassazione nel marzo del 2019 aveva inoltrato il caso chiedendo di riesaminarlo dopo il ricorso dell’avvocato Cinzia Molinaro, legale della vittima, che impugnò la sentenza insieme al procuratore generale Sergio Sottani - ha ristabilito la verità: fu a tutti gli effetti una violenza sessuale di gruppo quella commessa dai due ragazzi d’origine peruviana nei confronti della loro amica connazionale, al di là del fatto che l’avevano soprannominata “Vikingo”, come si leggeva anche nelle motivazioni della sentenza della Corte d’Appello di Ancona (firmata da tre giudici donne) «con allusione a una personalità tutt’altro che femminile, quanto piuttosto mascolina».

Quella sentenza provocò un’ondata di polemiche, con tanto di sit-in di proteste di comitati e associazioni femministe. Le presunte fattezze mascoline, per i giudici che in prima battuta assolsero i due giovani, erano sufficienti per smontare l’accusa di stupro: anzi, secondo gli avvocati Gabriele Galeazzi e Fabrizio Menghini fu proprio la ragazza a “sfidare” i due amici, provocandoli con la sua personalità non esattamente femminile. In realtà non andò così, secondo la Corte d’Appello di Perugia, che ha condannato a 5 anni di reclusione il 24enne che materialmente abusò della ragazza e a 3 anni il coetaneo che fece da “palo” per controllare che nessuno arrivasse nel parco, dopo che i due amici la invitarono a bere della birra in cui, secondo l'accusa, avevano versato dei tranquillanti. 

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