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Cronaca

Tenta il suicidio in carcere, il sindacato di polizia penitenziaria: «Noi capro espiatorio»

Durante un controllo di routine un agente di polizia penitenziaria è riuscito a sventare il suicidio di un detenuto, da pochi giorni in cella all'interno del carcere di Montacuto

Durante uno dei normali giri di controllo un agente di Polizia Penitenziaria ha sventato il tentativo di suicidio di un detenuto, da pochi giorni era giunto presso la casa circondariale anconetana. Grazie al tempestivo intervento dell'agente, l'uomo si è convinto a consegnare la corda rudimentale che aveva creato con le lenzuola e a desistere dal compiere l’estremo gesto. Sulla vicenda si è espresso il segretario regionale OSAPP, il sindacato di polizia penitenziaria, Valerio Conza.

«Non è possibile che nel 2021 ancora sia in vigore quella che gli addetti ai lavori chiamano “la colpa del custode” per la quale se un detenuto compie l’estremo gesto, il poliziotto, che deve vigilare nella maggior parte dei casi su oltre cento detenuti, rischia di essere processato e di conseguenza sospeso o addirittura destituito. La polizia penitenziaria è oramai divenuta il capro espiatorio su cui riversare tutte le colpe per ciò che accade nelle patrie galere, quando la colpa è innanzitutto di coloro che non le permettono di lavorare in sicurezza e nel rispetto delle normative. La tendenza che ha subito una certa accelerazione negli ultimi anni è il potenziamento di organi che operano sulla base di una sorta di “filosofia carceraria” vivendo il carcere dall’esterno e nel frattempo la Polizia Penitenziaria viene sempre più denigrata a corpo di serie B, basti pensare che non verrà neanche fornita di taser come le altre FF.OO. Fatti come quelli occorsi nella scorsa notte sono diventati sempre più difficili da sventare anche alla luce delle ultime disposizioni in merito alle perquisizioni straordinarie che ne hanno aggravato il procedimento. A quanto pare non i nostri vertici non comprendono che aggravando il procedimento per avere l’autorizzazione a procedere alle suddette perquisizioni, (adesso, prima di agire, bisogna avvisare il garante delle persone private della libertà personale) si inficia sull’efficacia dell’intervento il quale anzichè essere tempestivo è rallentato a causa di questa macchinosa procedura da eseguire inficiando, ovviamente, negativamente sui risultati della stessa».

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