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Cronaca

Portonovo, "No alle trivellazioni in Adriatico": manifestazione di Legambiente

Manifestazione a Portonovo di Legambiente e di altre associazioni per fermare le trivellazioni nel mare Adriatico. Preoccupano i danni ambientali che potrebbero derivare e le conseguenze per il territorio dal punto di vista turistico e della pesca

Con striscioni e al grido di "stop alle trivellazioni in Adriatico" è andata in scena ieri mattina, al Belvedere di Portonovo la manifestazione internazionale per fermare l'estrazione di gas e petrolio nel mar Adriatico. Molte le iniziative che si sono tenute in molte coste italiane ma anche in Croazia, Bosnia, Albania e Montenegro. In prima fila Legambiente seguita da molte altre associazioni ambientaliste, dai comuni marchigiani costieri contro le trivellazioni, dalle aree protette costiere, comitati, pescatori, balneatori e cittadini. Sono 30 le sigle che hanno aderito a questo appello per fermare le trivellazioni e difendere il mar Adriatico.

Le associazioni firmatarie chiedono tra le altre cose,  l'istituzione di un'area sensibile nel basso e medio adriatico. «Nelle Marche sono circa 6000 i km sotto scacco delle compagnie petrolifere per un fabbisogno petrolifero che potrebbe bastare solo per pochi giorni. Questa è una scelta insensata che vogliamo contrastare. Questo va anche in direzione opposta alla Macroregione Adriatico Ionica» spiega Francesca Pulcini, presidente Legambiente Marche. «Dobbiamo avere fonti alternative. Fare queste trivelle di fronte all'Adriatico che è un mare piccolo, chiuso, per la pesca e per la costa non serve- afferma Lanfranco Giacchetti, presidente Ente Parco del Conero-. I nostri luoghi devono essere mantenuti così come sono da un punto di vista ambientale, turistico e del mare».

Attualmente sono 78 le concessioni già attive per l’estrazione di gas e petrolio, 17 i permessi di ricerca già rilasciati nell’area italiana e 29 in fase di rilascio in quella croata a cui si aggiungono 24 richieste avanzate per il tratto italiano, per un’area di circa 55.595 kmq. Inoltre i primi di giugno, il Ministero dell'Ambiente ha dato il via libera a due compagnie per compiere prospezioni su oltre 45mila kmq nell’Adriatico italiano. E' stata data una concessione anche per una ricerca tra Civitanova e Grottammare. Il comune di Civitanova è capofila tra i comuni costieri contrari alle trivellazioni e lancia un appello ai comuni a nord di Ancona di partecipare a questa battaglia.

Il mar Adriatico è un mare chiuso, preoccupano notevolmente i danni ambientali che potrebbero derivare in caso di un incidente su una piattaforma. Inoltre, «quello che potrebbe ricavare il territorio dall'estrazione del greggio è praticamente nulla. La regione Marche ha perseguito per 10 anni un programma di energie alternative, adesso torniamo al fossile?» domanda Cristiana Cecchetti, assessore all'Ambiente, comune di Civitanova.

Nelle Marche hanno aderito: la piattaforma dei comuni marchigiani costieri contro le trivellazioni formata dal capofila Civitanova Marche e Ancona, Sirolo, Campofilone, Cupra Marittima, Grottammare, Pedaso, Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio, Potenza Picena, San Benedetto del Tronto; le aree protette costiere: Parco del San Bartolo, Parco del Conero, Riserva Naturale della Sentina; le associazioni ambientaliste Legambiente Marche, Italia Nostra Marche, WWF Marche, Salviamo il Paesaggio Marche, Pro Natura Marche; Slow Food Marche, Lega Pesca Marche, Aiab Marche, Associazione Balneare turistica Marche, Associazione Albergatori Riviera del Conero, Movimento Difesa del Cittadino Marche, A.D.V. nucleo sommozzatori Sea Scout Ancona, Arci Marche, Arci Servizio Civile Marche, Associazione Studentesca Universitaria Lista Darwin, Associazione Ingegneria Senza Frontiere Ancona,Comitato Insieme per un Mare Vivo, Lupus in Fabula, Forum Italiano Movimenti per l’Acqua e Viva il Mare.

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