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Cronaca

Coop finte, nero e gli altri: da gennaio oltre 200 aziende irregolari

L'Ispettorato del Lavoro di Ancona traccia il bilancio dei primi mesi del 2017 e avverte: «Speriamo restino voucher per piccole imprese e famiglie»

C'è chi lavora tre ore al giorno con un unico voucher. O il dipendente licenziato e riempiegato attraverso cooperative di facciata. Oppure lo straordinario trasformato in rimborsi da trasferta per aggirare l'imposizione contributiva. L'universo delle violazioni di legge, se parliamo di lavoro, di ampio e variegato. Pane quotidiano per gli uomini dell'Ispettorato territoriale del lavoro che in questi primi mesi del 2017 hanno già scovato 211 aziende irregolari su 293 ispezionate. In queste, 275 lavoratori avevano un profilo contrattuale non regolare rispetto alla mansione effettivamente svolta, 33 erano in nero. I settori? Manifatturiero, commercio, pubblici esercizi, trasporti, magazzini ma anche coop e società che si occupano di sociale e servizi sanitari. Particolare attenzione, in questo primo scorcio di anno, è stato dato al settore edile. Le unità ispettive, civili ma anche militari visto che ne fanno parte anche i carabinieri dell'Ispettorato e della Forestale, hanno visitato 66 imprese tra Ancona, Falconara, Osimo, Jesi, Senigallia e Montemarciano, scovandone 55 irregolari. Ben 64 sono state le multe irrorate per violazioni più o meno gravi: dal corretto utilizzo di impalcature e ponteggi, all'assenza di idoneità professionale dei lavoratori, fino all'assenza del piano di sicurezza che in un caso ha portato alla sospensione del cantiere. Su 83 posizioni lavorative verificate, 8 sono risultate irregolari, 2 totalmente in nero. Morale: sanzioni amministrative per oltre 8mila euro, ammende per 65mila euro e un recupero di contributi previdenziali e premi assicurativi per oltre 47mila. 

Particolare attenzione anche all'universo "voucher". Spesso le aziende ne abusano e non mancano casi di superamento dei limiti di 7000 euro l'anno imposti dalla legge. Oppure, come detto, uno fornisce l'alibi del nero rispetto a più ore di lavoro effettivamente svolte. Il dibattito nazionale sul loro utilizzo è di questi giorni ma Pierluigi Rausei, capo dell'Ispettorato di Ancona, ha le idee chiare. «Non è nostro compito fare le leggi - dice - ma da operatori ci auguriamo rimangano per microaziende e privati perché ha permesso l'emersione del nero e una tutela minima ai lavoratori. Nel commercio ma penso anche alla ristorazione hanno permesso di fare tanto. Il dramma è stato l'allargamento permesso dalla riforma Fornero ma eliminarlo totalmente è un rischio. Va corretto il tiro, questo sì». L'Ispettorato territoriale è una figura nuova nel panorama nazionale. Dal primo gennaio 2017 ha ereditato le competenze della Direzione territoriale e assunto le funzioni ispettive di Inps e Inail. Lo scorso anno sono state controllate 909 aziende. Di queste 409 (quasi il 54%) sono risultate in fallo con 779 lavoratori irregolari e 324 in nero. «Ma non facciamo solo repressione - conclude Simonetta Di Biase, responsabile della vigilanza - ma anche prevenzione attraverso l'accoglienza e l'informazione per imprenditori, lavoratori e sindacati illustrando possibilità e novità in materia di lavoro».

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