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Cronaca

Fase-2 ma non per tutti. Quelli che non riaprono: «Non siamo vittime sacrificali»

I titolari di bar e ristoranti sono perplessi. Dopo aver consegnato le chiavi al sindaco, Giovanna Burattini (Bar del Pinocchio) rinuncia: «Così è impossibile»

Riaprire? Impossibile. Perlomeno non il 18 maggio, data in cui finirà il lockdown per ristoranti e bar. «C’è ancora troppa confusione sui protocolli di sicurezza, io non voglio fare l’agnello sacrificale di nessuno». Così Giovanna Burattini, titolare del Bar del Pinocchio: era stata lei a farsi portavoce degli operatori anconetani del food, con tanto di consegna delle chiavi dei locali al sindaco Valeria Mancinelli. Da allora, è cambiato poco.

«Il Comune ha fatto un passo avanti importante, concedendo la sospensione della Cosap fino al 16 settembre e un successivo sconto del 90% per gli spazi preesistenti e del 75% per quelli che occuperemo ex novo per i déhor, ma è a livelli superiori che c’è troppa confusione - dice -. A tre giorni dalle riaperture, non esiste un’ufficialità sui protocolli da adottare. Assistiamo a un braccio di ferro tra Governo e Regione di cui paghiamo le conseguenze noi operatori. Non si può pensare di riaprire senza avere certezze sulle distanze tra i tavoli: un metro? Due metri? E poi le responsabilità: non possono ricadere tutte su di noi, se un dipendente malauguratamente dovesse contrarre il Covid, cosa succederebbe? Nessuna compagnia di assicurazioni è disposta a coprire un rischio così importante. Per questo la sottoscritta lunedì non riaprirà». 

Come Giovanna Burattini, molti altri titolari di bar e ristoranti vivono alla giornata in attesa di notizie certe e hanno scelto di aspettare. D'altronde, in poche ore è impossibile organizzarsi. «Non sappiamo a chi dar retta, se al Governo o alla Regione - dice Domenico Petitti del bistrot Bugigattolo -. Il mio locale è piccolo, se dovesse passare la linea dei 2 metri di distanza tra un tavolo e l'altro non saprei come fare: non sarebbe un lavorare, ma un sopravvivere». Nella centralissima via del Traffico nessuno riuscirà a farsi trovare pronto alla ripartenza del 18 maggio. «Se ne riparla per i giorni successivi - spiega Giordano Andreatini della trattoria Clarice -. L'Inail dice una cosa, la Regione un'altra: noi come facciamo a scegliere? Per chi ha un locale piccolo un metro in più o in meno fa la differenza, ma a mio avviso nessuno dovrebbe riaprire finché non verrà fatta chiarezza anche sulle responsabilità penali per il titolare di un locale pubblico».  

Bar e ristoranti al collasso, i titolari portano le chiavi al sindaco 

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