
Antonio Tagliata
Delitto di via Crivelli, Carlo Tagliata: «Mio figlio plagiato dalla ragazzina»
Parla il padre di Antonio Tagliata, il 18enne che si trova recluso a Montacuto in stato di fermo con l'accusa di omicidio, tentato omicidio e porto abusivo di arma. E descrive una relazione che stava destabilizzando il figlio
Durante l'interrogatorio, terminato alle 4 del mattino di domenica, il ragazzo ha ammesso la responsabilità della sparatoria. Ha detto di essere andato a casa dei Giacconi armato perché temeva la reazione del padre di lei. Difficile stabilire i rapporti tra le parti. Se da una parte è vero che Fabio Giacconi e Roberta Pierini osteggiavano la relazione tra la figlia e il 18enne, dall'altra Carlo Tagliata rivela che la minore è stata ospite in casa sua, con il permesso dei genitori, per almeno una 20ina di giorni. "Si sentiva come in famiglia qui da noi – dice – L'aveva accompagnata la madre, con tanto di valigia. Poi vedendo l'influsso che aveva sul mio ragazzo, ho preferito richiamare i genitori e farla venire a prendere. Questo è successo una decina di giorni fa".
Sempre secondo il racconto di Tagliata senior, la ragazzina avrebbe incontrato il figlio un'ora prima del delitto. Lui le avrebbe messo la pistola in mano, le avrebbe chiesto di ucciderlo, di mettere fine alla sua esistenza. "Lei invece – contina Carlo – lo ha convinto a desistere. Insieme sono andati a casa dei suoi genitori. Lei ha aperto e quando ha visto che il padre stava aggredendo Antonio, gli ha urlato di sparare". Versione tutta da verificare, ovviamente. Come da verificare sono le indiscrezioni sul rapporto conflittuale tra i Giacconi e la figlia che sarebbe iniziato ben prima del rapporto con Antonio. La ragazzina in passato avrebbe tentato più volte la fuga da casa e, in un'occasione, si sarebbe rivolta ai carabinieri di Brecce Bianche per segnalare episodi di maltrattamenti da parte del padre. "Uscita dalla caserma – conclude Carlo Tagliata – ha inviato un messaggio a mio figlio. Era il 28 ottobre".