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Cronaca

«Ha la corona e ride sempre», il virus visto con gli occhi dei bambini anconetani

Come fanno i genitori anconetani a spiegare il virus ai bambini? Un viaggio tra fantasia e verità e le domande che i più piccoli rivolgono a mamma e papà

Gli animaletti verdi venuti dalla pancia di un pipistrello che viveva lontano, una pulce microscopica che salta da un corpo all’altro ed è pericolosa soprattutto per i nonni. Cosa fa? Sorride sotto la sua bella corona, perché qualunque cosa esso sia è contento di poter mangiare tutti. Come fanno mamme e papà anconetani a spiegare il nemico pubblico numero 1 ai loro bambini? Usando la fantasia, ma non sempre. C’è anche chi preferisce la verità, più o meno edulcorata. 

«Lo zio salva chi ha gli animaletti dentro»

Le maestre che nelle chat di gruppo mandano videomessaggi e bacini aiutano non poco a trascorrere l’isolamento fatto di noia, ma anche di divertenti “guerre” a colpi di farina e battaglie di dinosauri. «Zio sta in ospedale, salva le persone che hanno gli animaletti dentro ma anche lui possiamo vederlo solo al telefono» ripete Michela Boscarato ai suoi piccoli Alberto (5 anni e mezzo) e Maria Sole (3 anni). Spiega loro che quando quegli animaletti un giorno se ne saranno tornati nella pancia del pipistrello la mamma organizzerà una super festa. «Una sera Alberto prima di dormire mi ha detto una cosa che mi ha colpito- racconta Michela- al momento di spegnere la luce mi ha detto “mamma, devi stare tranquilla perché noi stiamo dentro casa chiusi a chiave e gli animaletti qui non entrano e non ci possono fare nulla”- racconta Michela- quando si è addormentato mi sono messa a piangere, perché ho capito che un bimbo di 5 anni e mezzo capisce il pericolo e assorbe il nostro nervosismo, quindi credo che i bambini vadano tranquillizzati e, magari sotto forma di favola dove il buono vince sempre, va spiegato loro quello che sta succedendo». Mamma Eleonora Melani invece parla di “pulci microscopiche”: «Saltano da una persona all’altra, fanno venire un’influenza un po' più grave- racconta a Leonardo (3 anni) e Maria (quasi 6) - quindi dobbiamo cercare di non vederci tutti insieme e di non stare vicino a persone anziane, perché per loro la cosa è un po' più grave». E i piccoli? «Maria ha capito, tanto che è lei a chiedere di poter fare videochiamate con le compagne di scuola o di parlare dal balcone con l’amichetta del piano di sotto. Ha anche detto di voler fare lei stessa un video tutorial per insegnare come si lavano le mani- aggiunge Eleonora ridendo- ma questo perché ne ha visto uno simile nella chat di noi genitori. Leonardo è un po' più insofferente, vorrebbe uscire e andare al Forte Altavilla o anche dai nonni, ma ovviamente per ora non esiste». Simona Clementi è stata più diretta con la sua piccola Giorgia (6 anni): «Dalla prima chiusura delle scuole le ho detto che in giro c’era una brutta influenza e che si attaccava molto facilmente, quindi la scuola avrebbe chiuso per proteggere i bambini». A quel punto la domanda che non ti aspetti: “Mamma perché tu allora vai al lavoro?”: «Le ho spiegato che noi adulti riusciamo a tenere più precauzioni rispetto a loro che si abbracciano e si baciano. Ora lei conta fino a 40 quando si lava le mani e quando in tv passa lo spot su come prevenire il Coronavirus dice a tutti di stare zitti, perché è importante ascoltare- spiega la mamma- è come se i bambini fossero più bravi di noi adulti». 

«Ride sempre, perché mangia tutti»

La piccola Viola (6 anni) ha imparato a disegnarle il Coronavirus: «Lo ha ritratto come lo vede in tv ma con una faccia sorridente, perché “lui è contento visto che mangia tutti”- spiega papà Simone Puglisi- Viola ha un fratellino piccolo che ancora non può capire, ma con lei siamo stati molto realistici. Cerchiamo di farle vedere un tg al giorno per farle capire che questa non è una cosa limitata al nostro quartiere. Poi puntiamo sul senso civico del dover stare a casa». Verità assoluta invece in casa di Federica Ferramondo: «Bianca è troppo piccolina, Matilde va all'asilo e le abbiamo spiegato che si tratta di un virus che però non ha mai avuto nessuno, quindi si prende con molta facilità. Abbiamo spiegato anche che in ospedale hanno bisogno di letti e che non si può uscire anche per evitare di farsi male. No, nessun “ometto strano”- conclude la mamma- Matilde chiede rassicurazioni, chiede se questa cosa può far male ai nonni. Vuole rassicurazioni e la conferma che non faccia male ai bambini». 

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