A 17 anni vittima di bullismo, era diventato il bancomat di tre 20enni
Un giovane anconetano costretto a trasferirsi da Ancona con la famiglia per sfuggire alle persecuzioni. Che però non erano terminate. A mettere fine a tutto ci ha pensato la polizia
Da una parte tre giovani bulli che non esitavano a chiedere soldi e a rifilare schiaffi, spintoni e minacce. Dall’altra lui, giovane anconetano appena 17enne dal carattere schivo che non riusciva a difendersi da quelle continue vessazioni ed estorsioni. Oltre un migliaio di euro l'ammontare dei soldi estorti per i quali, la vittima, non esitava a derubare i genitori. Un incubo terminato con la denuncia e il successivo arresto di tre giovani anconetani, di cui due fratelli, di etnia rom tra i 21 e i 24 anni da parte della Squadra Mobile di Ancona. Il tutto, stando al racconto del giovane, sarebbe iniziato nell'estate del 2015 sulla spiaggia di Palombina. Il 17enne, figlio di un professionista anconetano, se ne stava al mare per godersi le meritate vacanze. La scuola era finita da poco e davanti c’era ancora qualche mese di spensieratezza. L’incontro con il trio avrebbe cambiato quella prospettiva. Il carattere dimesso del giovane non passava inosservato e, secondo quanto ricostruito dagli agenti della Squadra Mobile dorica, rendeva quel giovane un perfetto “bancomat”. Da quel momento infatti ogni volta che il 17enne incontrava per strada i tre giovani rom sapeva che sarebbe andato incontro a brutti quarti d’ora. I ragazzi, ora detenuti nel carcere di Montacuto, non ci pensavano due volte a fermarlo, minacciarlo e perfino pedinarlo fino sotto casa. Il terrore arrivava con spintoni, schiaffi e minacce. «Domani vogliamo almeno 100 euro, altrimenti non vedi la luce del sole» o «Se non ci dai i soldi hai finito» sono solo alcune delle frasi che facevano gelare il sangue al malcapitato. Dire di no, per la vittima, era impossibile. Quei ragazzi avevano dalla loro non solo i modi efficacemente prepotenti, ma anche un curriculum di reati contro il patrimonio già noto alle forze dell’ordine. Le tirate di orecchie, le spinte e gli schiaffi umilianti sulle guance facevano il resto.
A casa il 17enne non esitava a rubare i soldi del papà o perfino i gioielli della mamma per pagare quei debiti mai contratti la cui scadenza spesso era lontana solo poche ore. Qaudno il