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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Badanti infedeli, sottratti 40mila euro dal bancomat: condannati

La Corte d'Appello conferma la condanna di due coniugi romeni riconosciuti colpevoli per aver effettuato prelievi e acquisti di benzina. Tra gli acquisti illeciti anche un iPhone

Lei, romena di 48 anni, era stata assunta per assistere un'anziana invalida. Poi aveva convinto i familiari a prendere in servizio anche il marito, coetaneo anche lui romeno, per farsi dare una mano. Insieme hanno invece iniziato a sottrarre il bancomat a un'anconetana di 56 anni, nipote convivente della loro assistita. Carta utilizzata per prelievi, rifornimenti di carburante e anche per l'acquisto di un iPhone 4. Ammanchi per un totale di 40mila euro. Dopo le condanne in primo grado, arriva ora la sentenza della Corte di Appello che conferma la colpevolezza dei due imputati. Il collegio presieduto dal giudice Luigi Fanuli, lunedì 27 novembre, ha condannato a 2 anni di reclusione il romeno e a 1 anno la moglie per furto. In primo grado, nel novembre dello scorso anno, i due erano stati condannati rispettivamente a tre anni e tre mesi e un anno e sei mesi di reclusione. Una vicenda emersa a fine 2012 quando la 56enne si era resa conto di aver smarrito il bancomat. Chiamato il fratello, cointestatario del relativo conto corrente, insieme si erano recati a bloccare la carta salvo poi accorgersi che qualcosa nella lista movimenti non quadrava. Da lì, il passo breve verso il Comando della Polizia Municipale di Ancona per sporgere denuncia. L'estratto conto presentava prelievi molto sospetti. Rifornimenti carburante quando la 56enne, sprovvista di patente, non aveva nemmeno l'auto.

Decine di prelievi in banche distanti da casa o in orari notturni. Addirittura l'acquisto di un iPhone 4, mai posseduto dalla donna, poi ritrovato in casa della romena nel cassetto di un comodino durante una perquisizione. L'indagine della Municipale ha permesso di far luce su quanto avvenuto. L'andamento anomalo dei prelevamenti iniziava, grosso modo, con l'assunzione dei due badanti. In pratica la coppia, nel portare l'anziana nella sua stanza, si fermava nella camera da letto della 56enne, prendeva il bancomat per poi rimetterlo al suo posto una volta utilizzato. Essendo in possesso delle chiavi di casa, i due avevano libero accesso all'appartamento e il fatto che le stanze della vittima e dell'anziana fossero attigue permetteva loro di operare senza destare sospetti. L'estratto conto esaminato dagli agenti della Pm dorica ha evidenziato prelievi assai modesti prima dell'arrivo in casa dei romeni e operazioni successive più consistenti. Fino a fine 2012. L'anziana, aggravatasi, era stata portata in una struttura sanitaria. La nipote, rimasta sola aveva deciso per sicurezza di cambiare le chiavi della porta d'ingresso. La coppia. così, non è più riuscita a entrare per riporre le carta. L'anconetana, difesa dall'avvocato Simona Cognini, e il fratello, assistito dall'avvocato Matteo Catalani, si sono costituiti parti civili. È stato riconosciuto loro un risarcimento di 37mila euro.

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