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Cronaca Centro storico / Corso Giuseppe Mazzini

Scenata di gelosia ed il corso diventa un ring, ragazza pestata. Lo choc della mamma: «Mesi difficili, è dura riprendersi»

L'aggressione era avvenuta lo scorso gennaio. Oggi sono passati tre mesi e mamma Angelica racconta cosa significa passare un esperienza di bullismo in famiglia

ANCONA - «Il giorno prima l'aveva minacciata via WhatsApp, poi alcune ore dopo le ha teso un agguato: l'ha tirata per i capelli, le ha strappato una ciocca e poi l'ha presa a calci in faccia». Angelica, mamma di una ragazzina pestata brutalmente da un'amica in corso Mazzini a metà gennaio, ricorda quella serata horror vissuta da sua figlia appena sedicenne. La giovane aveva riportato un trauma cranico, un labbro rotto e una ciocca di capelli strappata senza pietà dalla sua testa. Era finita in ospedale a Torrette con dieci giorni di prognosi.

Oggi la giovane, che ha compiuto 17 anni, sta bene fisicamente e per fortuna si è ripresa anche se le cicatrici più grandi sono quelle che rimangono in testa e nel cuore. «Adesso le cose vanno meglio - prosegue Angelica - mia figlia sta ricominciando ad uscire tranquillamente, hanno avuto modo di incontrarsi con quella ragazza anche se lei non la guarda neppure in faccia. Tutti sanno che tipo di persona è, viene da una famiglia particolare ed è meglio non instigarla per evitare il peggio». La donna quella sera era stata contattata al telefono dalla stessa figlia. Dopo la corsa in ospedale era andata in questura a sporgere denuncia: «Ci siamo rivolti all'avvocato, poi però non abbiamo saputo più niente».

A scatenare la rabbia dell'amica sarebbe stata la pura e semplice gelosa. «Credeva che mia figlia stesse uscendo con un suo ex - prosegue il genitore - poi abbiamo saputo che aveva preso di mira anche un'altra ragazzina per lo stesso motivo». Riprendersi da uno choc simile non è cosa da poco anche se sono molte le persone che hanno dimostrato la loro vicinanza, in primis Patrizia Guerra, mamma coraggio che lotta contro il bullismo e capo squadra dei City Angels: «Patrizia mi ha chiamato è stata davvero carina - prosegue - ma questo non è un periodo facile. Sono stati giorni difficili tra il lavoro, lo stress e altri problemi di salute. Certo non si può pensare di chiudere un ragazzino in casa, bisogna pur farlo viviere ma certo da genitore la preoccupazione c'è. D'altronde a scuola tutti i giorni ci sono litigi, a questi ragazzini basta il pretesto per attacccarsi. Lo vediamo e lo leggiamo quasi ogni giorno. I controlli della polizia sono utili ma non bastano, serve l'educazione e il rispetto». 

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