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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Brecce Bianche

Ai domiciliari per stalking, evade e aggredisce la ex e il nuovo fidanzato

Era finito agli arresti domiciliari per aver alzato le mani sull'ex fidanzata. Domenica sera è "evaso" e prima ha aggredito il suo nuovo ragazzo, e poi si è scagliato contro la giovane

Era finito agli arresti domiciliari per stalking. Domenica sera è "evaso" e prima ha aggredito il suo nuovo ragazzo, e poi si è scagliato contro la giovane. Ma questa volta i poliziotti delle volanti, diretti dal vice questore aggiunto Cinzia Nicolini, lo hanno arrestato e portato in carcere. Il tutto mentre un'altra pattuglia della polizia rintracciava la ragazza, che vagava per il centro città in stato di choc.

E' successo tutto domenica sera intorno alle 00:30. Protagonista della vicenda un uomo di 21 anni di origini kossovare, incapace di accettare la fine di quella relazione, ma soprattutto incapace di accettare  il fatto che lei volesse rifarsi una vita con un nuovo compagno. E così in preda ad una gelosia folle, il 21enne è uscito di casa (violando la precedente misura cautelare), ha chiamato un taxi e si è diretto a Brecce Bianche, dove la ex vive con i suoi genitori. Prima ha suonato il campanello, ma quando lei gli ha intimato di andarsene, secondo gli inquirenti lui avrebbe minacciato: "Apri sennò ti sfondo la porta". Spaventata, la giovane ha aperto la porta al kossovaro che, quando ha visto che lei era in compagnia di un altro uomo, è esploso in una furia cieca. Completamente fuori di sé, il 21enne  ha prima picchiato il rivale in amore, poi ha preso un coltello da cucina e gli si è scagliato contro un'altra volta, colpendolo alle gambe. Solo ferite superficiali, che però hanno richiesto l'intervento degli operatori sanitari. Subito dopo l'aggressore ha alzato le mani sulla ragazza, strattonandola e costringendola a seguirlo a casa sua, dove avrebbe tentato di convincerla a rimettersi con lui. Momenti di terrore puro durante il tragitto, per non farsi scoprire il 21enne, secondo gli investigatori, avrebbe tenuto la giovane sotto la costante minaccia dell'arma bianca: "Non dire niente al tassista, sennò ti ammazzo".

Mentre lei era completamente schiava delle pressioni fisiche e psicologiche del suo aguzzino, i genitori rincasavano e trovavano uno scenario da brividi: l'appartamento era sottosopra, con alcune tracce di sangue lungo i corridoi che lasciavano presagire il peggio. A quel punto è scattato l'allarme al 113, mettendo in moto gli investigatori delle volanti doriche. Non c'è voluto molto per ricostruire la dinamica dei fatti. In breve i poliziotti hanno capito che la ragazza poteva essere in centro città e si sono recati lì. Quando l'hanno trovata, in Piazza della Repubblica, attorno all'una e trenta del mattino, gli agenti non hanno avuto dubbi su quanto fosse successo poco prima: lei era in lacrime e in totale stato confusionale, sul volto i segni di quelle violenze che già conosceva bene e da cui aveva tentato di fuggire, senza riuscirci. Il coltello è poi stato ritrovato per le vie del centro storico, ancora sporco di sangue.

Ora il kossovaro si trova in carcere e dovrà rispondere di reati pesanti come il sequestro di persona, stalking, lesioni aggravate ed evasione e porto di armi e oggetti atti ad offendere.

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