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Cronaca

Nuovo Inrca: “Rischio opera incompiuta come il Tambroni”

A lanciare il grido di allarme l'associazione "Amici del Geriatrico-INRCA" che chiede la modifica del progetto e la convocazione di un tavolo paritetico. Tra le preoccupazioni, lo spazio insufficiente destinato alla ricerca

"Occorre rivedere il progetto altrimenti il nuovo INRCA rischia di tradursi in un'altra opera incompiuta". A lanciare il grido d'allarme sono i volontari dell'associazione Amici del Geriatrico-INRCA che lo scorso venerdì hanno incontrato l'Assessore regionale Mezzolani e il Direttore del Servizio Salute della Regione Marche Ciccarelli.

Sono diversi i punti che preoccupano i volontari. Innanzitutto l'insufficiente spazio destinato alla ricerca. L'Istituto è l'unico in Italia ad occuparsi di geriatria. «Non è pensabile che si realizzi una nuova struttura che non abbia gli spazi per la ricerca. Ad esempio, l'INRCA fa anche riabilitazione. Come può essere pensabile fare una riabilitazione a livello regionale solo su una superficie di 60 mq? Nella struttura attuale la palestra per la riabilitazione è di 600 mq- afferma il presidente dell'associazione Amici dell'Inrca, Aldo Tesei-. Va bene fare il nuovo ospedale ma è certo che le caratteristiche vanno modificate». 

La nuova struttura dovrebbe quindi essere adatta al potenziamento e alla valorizzazione della ricerca, di carattere nazionale ed internazionale, e diventare  il nodo di una rete che si estende per tutto il territorio. Dovrebbe svolgere la sua attività anche attraverso le strutture sanitarie: case protette, Rsa, case di riposo, assistenza domiciliare e dei medici di famiglia. In tutta la Regione sono 960.  «Nel 2013, all'INRCA sono state eseguite 760mila prestazioni e i pazienti sono arrivati da tutte le Marche. I progetti di ricerca sono stati 50 e l'attività di ricerca è stata collegata con 196 istituzioni in ambito europeo e mondiale fino ad arrivare negli Stati Uniti, Canada e Israele» dice Tesei.

Un altro problema riscontrato dall'associazione è che la nuova struttura, che dovrebbe ospitare l'Istituto nazionale di ricerca e l'ospedale di rete, non sembra accontentare la parte della Val Musone. 90 posti letto sono insufficienti per gli ospedali di Loreto, Castelfidardo e Osimo che chiuderanno quando sarà pronto il nuovo INRCA. «Noi proponiamo la modifica del Civ, il Comitato di indirizzo ed orientamento dell'Istituto di ricerca. All'interno del comitato devono esserci i rappresentanti delle RSA, i medici di famiglia e componenti nominati dal Consiglio Regionale- dichiara Tesei-. Inoltre chiediamo l'abolizione delle indennità per i componenti in questo modo potranno essere risparmiati 320mila euro l'anno».

Dall'incontro con Mezzolani è emerso che saranno verificate le esigenze indispensabili per l'INRCA tenendo in considerazione i 4mila mq, attualmente grezzi, da destinare alla ricerca. Si è parlato anche di trasferire il centro di via Birrarelli, che necessita una manutenzione straordinaria, in una palazzina alla Montagnola. Gli amici dell'INRCA vorrebbero poi che in attesa dello spostamento nel nuovo ospedale, la struttura della Montagnola continui ad essere pienamente funzionante.

Secondo l'associazione, il progetto sarebbe quindi inadeguato e si incorrerebbe nel rischio di un nuovo Tambroni, il pensionato di Posatora ricostruito dopo la frana ma rimasto inagibile per difetti di costruzione nonostante l'inaugurazione del 2005. La storia quindi potrebbe ripetersi. Il cantiere ora è fermo a causa del fallimento della ditta vincitrice dell'appalto ma  a novembre dovrebbe ripartire. Per quanto riguarda il Tambroni, l'associazione chiede spiegazioni alle istituzioni: "Chi paga i 10miliardi di danni causati dalla struttura costruita male?".

Intanto, il primo settembre riprenderà il tavolo tecnico voluto fortemente dagli Amici dell'INRCA durante il quale sarà presentato un elenco preciso di esigenze e modifiche.

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