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Cronaca

Importava tartufi ma oggi vive tra coperte e cartoni: la vita da "invisibile" di Alexander Slonim

Da imprenditore e interprete a senzatetto costretto a dormire sulle panchine: la storia di un uomo che ha chiesto aiuto per uscire dalla sua condizione di miseria

ANCONA - Da importatore di tartufi e belle scarpe a senzatetto caduto in miseria: Alexander Slonim è un imprenditore e interprete di 63 anni che, da settimane, è costretto a dormire sulle panchine di piazza Cavour. Grazie all'aiuto dei City Angels è riuscito a trovare una coppia che può ospitarlo e ieri si è trasferito in una casa nello jesino dove Denise e Franco possono assicurargli un pasto caldo. Adesso, però, quello che vorrebbe è solo un lavoro che possa renderlo autonomo. 

Il furto e la miseria WhatsApp Image 2022-07-20 at 11.25.00-2

La storia di Alexander parte da lontano ed è costellata da soddisfazioni professionali e viaggi in giro per il mondo, ma anche da cadute e sfortune. Come quando dei truffatori gli hanno portato via gli ultimi risparmi che usava per campare: «Hanno rubato 1500 euro dalla mia Postepay. Così sono finito per strada. Gli ultimi spicci li avevo usati per pagarmi i b&b a Milano mentre cercavo lavoro». Il 63enne di origine russa ha lavorato per 25 anni in Italia facendo il commerciale ma si è mosso anche all’estero conoscendo benissimo le lingue. Ha anche un passato come militare paracadutista. «L’ultima esperienza l’ho fatta a Las Palmas, in Spagna, come commerciale nel settore cosiddetto del food & beverage. Ma quando lavoravo in Italia mi occupavo dell'import di tartufi e ho lavorato anche con gli scarpari marchigiani. Poi ho avuto una serie di sfortune e sono finito senza soldi».

Quel desiderio di ricominiciare 

Quando è arrivato ad Ancona era al verde e senza un tetto. Il suo giaciglio era una panchina in piazza Cavour. Grazie all'impegno e alla caparbietà degli Angels e di mamma coraggio Patrizia Guerra, da ieri Alexander è riuscito a trovare un tetto sicuro dove ripararsi. «Per me non era disponibile una sistemazione - riflette - i rifugi sono strapieni mi hanno detto. Ringrazio questa coppia che mi ha accolto e Patrizia che non mi molla mai un attimo. Spero di trovare presto la mia autonomia». 

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