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Cronaca

«LIBERATELO»

Il caso Abram arriva a Montecitorio attraverso un libro: "Un calcio alle sbarre". Ci sarà l'onorevole Lara Ricciatti per cui «nessuno vuole giustificare la violenza, ma Alessio è dentro per delle firme»

«Non va rieducato, va liberato». Sono le parole con cui l’onorevole Lara Ricciatti (Sel) ha aperto una conferenza stampa tenutasi oggi nella sala ex consiglio comunale di Ancona, dove è stato annunciato che il prossimo 24 novembre arriverà a Montecitorio il libro dedicato al caso di Alessio Abram, il sottufficiale della Marina diventato uno storico ultrà dell’Ancona, in carcere da 1 anno per una serie di violenze commesse allo stadio. Abram deve scontare ancora 3 anni. In carcere per un giorno. Già, perché il limite per far sì che un condannato possa comunque evitare il carcere, accedendo alle misure alternative, è proprio di 4 anni esatti. Una vicenda che in questo anno ha portato alla mobilitazione solidale di amici, sinistra anconetana, centri sociali e ultras. E un libro appunto: “Un calcio alle sbarre”, con il quale si spera di accendere dei riflettori su quella che proprio l’onorevole Ricciatti ha definito una “bizzarria della giurisprudenza”. Alla Camera dei Deputati ci saranno anche gli esponenti dell’associazione Antigone e l’onorevole Daniele Farina, deputato Sel da sempre impegnato in prima linea nella difesa dei diritti. 

Eppure Abram è in carcere per non aver firmato in caserma durante le manifestazioni sportive. Firme richieste a chi deve dimostrare di rispettare il DASPO. Misura di polizia prevista dalla legge per contrastare il fenomeno della violenza negli stadi. Dunque se Abram è responsabile perché liberarlo?

«Non entriamo nel merito della vicenda giudiziaria  - ha detto la Ricciatti - ma chiediamo che Abram sia liberato perché la vera ingiustizia è tenere in carcere uno come lui, da sempre impegnato per il sociale e nello sport. Sia chiaro nessuno vuole giustificare la violenza in ambito sportivo, ma rendiamoci conto che Alessio è dentro per delle firme mancate, mentre ci sono colletti bianchi responsabili di corruzione ed evasione che, magari grazie all’avvocato principe del foro, non si fanno neanche un giorno di galera. Allora ci auguriamo Alessio Abram esca per Natale».

«La difesa ha ricorso alla Corte di Cassazione perché sostiene ci sia un errore nei calcoli che hanno portato alla pena di 4 anni - ha spiegato Sergio Sinigaglia - In più era stata chiesta la libertà provvisoria per svolgere volontariato 4 ore al giorno e il giudice ha respinto». Dunque la speranza di tutti coloro che vogliono bene ad Abram è che si possa accendere un faro anche a livello nazionale, come ha spiegato il consigliere comunale Francesco Rubini: «Portare il caso di Alessio dove si fanno le leggi ha ancora più valore. La speranza è che si possa creare maggiore sensibilità sensibilità su un fatto che è emblematico di come in Italia ci siano leggi repressive e molto poco efficaci, soprattutto tenendo conto che quelle stesse leggi dovrebbero puntare ad una rieducazione del condannato». 

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