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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

2020, per gli artigiani l'anno più nero dal dopoguerra: «-10,6% di Pil nelle Marche»

Il Presidente di Confartigianato Ancona-Pesaro e Urbino avverte sulle difficoltà del prossimo periodo per le attività economiche, indicando per il nuovo anno le misure necessarie a loro sostegno

Un anno complesso, sembrato molto più lungo dei 365 giorni che lo compongono, e fatto di grandi sfide. Un 2020 in cui la missione fondante di Confartigianato, quella di esserci per imprese e persone, si è caricata di un valore ancora più profondo, con il lavoro svolto in un contesto di enorme complessità, a causa della pandemia in corso. Poi i cambiamenti sul fronte della politica interna, con le elezioni regionali e il rinnovo della giunta, guidata dal neo-eletto Presidente Francesco Acquaroli.

«Il 2020 è stato l’anno più difficile dal dopoguerra a oggi – dice Graziano Sabbatini, Presidente di Confartigianato Ancona – Pesaro e Urbino – in cui l’emergenza sanitaria ha portato conseguenze devastanti per l’economia del territorio, spesso aggravando situazioni già difficili in certi settori e aree territoriali«. Secondo l'associazione di categoria, le stime del Pil per le Marche parlano di un -10,6%. Inoltre, considerati i primi tre trimestri del 2020, si registra una perdita di oltre 250 imprese nell’anconetano e di oltre 150 nel pesarese, per un saldo negativo di circa 700 imprese in regione al momento prendendo a riferimento sempre i primi tre trimestri. Numeri che pesano, in territori già provati duramente da anni dalla crisi: già nel 2019, peraltro, il tasso di crescita annuale delle imprese risultava negativo nella provincia di Ancona (si attestava a -1,19%), così come a Pesaro e Urbino (-0,82%). Perdite importanti, se si pensa che le nostre sono, per il 94,4%, piccole imprese fino a 10 addetti che danno lavoro a più della metà (52%) degli occupati in tutte le imprese attive. In più, si pensi che nella provincia di Pesaro e Urbino sono 5mila le imprese perse negli ultimi 10 anni, nell’anconetano 3mila. Per quanto riguarda le imprese artigiane, nella sola provincia di Pesaro e Urbino, sono state perse più di 3mila imprese artigiane in 10 anni, in quella Ancona circa 1.000. Una situazione estremamente negativa. Per quanto riguarda l’occupazione, inoltre, secondo i dati Istat, nel III trimestre 2020, a confronto con lo stesso trimestre del 2019, sono 35mila in meno gli occupati, 3 su 4 sono donne. Forte, in particolare, la crisi nel terziario, commercio, alberghiero e ristorazione. Nel settore manifatturiero, infine, le procedure concorsuali sono aumentate del 20%.

«In questo 2020 così buio, nonostante tutto – continua Sabbatini - non abbiamo mai abdicato alla nostra missione, cercando di tradurre il nostro aiuto in un percorso di accompagnamento costante per le imprese alla ricerca di soluzioni alle difficoltà che via via purtroppo si presentavano sempre più evidenti, tenendo la barra del timone dritta. Abbiamo ricevuto circa 5mila segnalazioni per richieste di assistenza dalle imprese, un numero davvero importante, segno che le difficoltà erano molto forti per le nostre MPMI”. Prima il lockdown di marzo, poi la lenta riapertura, con piccoli segnali di ripresa dell’economia, fino a ripiombare nella crisi in autunno, con le nuove chiusure. In questo scenario Confartigianato si è impegnata al massimo, prosegue Sabbatini, nell’ affiancare le imprese per tutelarle e portare avanti le istanze su tutti i tavoli istituzionali. Abbiamo avviato confronti continui e instaurato un dialogo serrato con le amministrazioni comunali, regionali e le Prefetture, per costruire un rapporto di sinergia che ci ha visti impegnati in prima linea per fornire alle nostre imprese una puntuale informazione sui loro diritti e prerogative, ma anche sui loro obblighi. Ci siamo fatti carico di interpretare le norme come i DPCM e i DL e dare supporto sui temi della sicurezza, ma anche su bandi, incentivi e ristori e, non da ultimo, di inventare nuove forme di aggregazione con strumenti diversi, come i digitali”. Intensa anche l’attività sindacale del 2020 dell’Associazione, racconta Sabbatini: “Abbiamo svolto incontri con le amministrazioni locali e regionali su temi come TARI, TOSAP, contributi a fondo perduto per le imprese, regolamenti dehors, la riapertura dei mercati ambulanti. Molte le campagne lanciate, tra cui ‘La qualità arriva a casa’, per promuovere i servizi di consegna a domicilio e di asporto dei prodotti delle nostre aziende. Nella seconda parte dell’anno, inoltre, coinvolti oltre 50 Sindaci di entrambe le province per la campagna #acquistiamolocale, per sostenere sia gli acquisti presso negozi e aziende del territorio che la sopravvivenza delle imprese e dei lavoratori. Inoltre, forte è stata l’attenzione sull’internazionalizzazione, con progetti di incontri b2b online, e sul tema innovazione, con i 40 eventi del Digital Innovation Hub, che si occupa di favorire l’innovazione tecnologica nelle MPMI. Di sicuro è stato un 2020 in cui abbiamo cercato di fare il massimo. Si poteva fare di più, ma ci abbiamo messo l’anima. Chiediamo ancora una volta, come già fatto in precedenza, chiarezza e regole certe per progettare un’adeguata ripartenza, nel massimo rispetto delle regole. Solo così, infatti, si potrà ritornare in tempi celeri a una situazione di normalità, con tutte le attività aperte, grazie anche al sostegno del vaccino”. “Da segnalare anche il fatto che nel 2020 il Covid ha comportato, a livello nazionale – aggiunge Sabbatini - un crollo dei consumi di oltre il 10%, con circa 120 miliardi di euro di perdite rispetto al 2019, mettendo a rischio la sopravvivenza di migliaia di micro, piccole e medie imprese marchigiane. Siamo consapevoli che la crisi economica, già grave, nelle prossime settimane si intensificherà: ci aspettiamo un periodo, quello di gennaio-marzo, devastante, perché le imprese finora hanno retto, ma quelle più deboli si troveranno in difficoltà e rischieranno la chiusura. Noi ci saremo, per accompagnarle fino ad aprile e favorire, nel frattempo, la ripresa. Per questo Confartigianato chiede per il 2021 interventi chiari e concreti: investimenti importanti per rilanciare l’economia, ad esempio attraverso la ripartenza dei cantieri nei comuni e nelle province per la manutenzione delle strade, che sono devastate. Poi il rinnovo della moratoria sui debiti al 31 marzo 2022, con una facilitazione dell’erogazione del credito alle MPMI. Necessario anche che il 2021 sia un anno bianco per la tassazione. Bisogna garantire, poi, minori costi bancari per le imprese, incentivi sulle nuove assunzioni e risorse adeguate per la cassa integrazione con tempi di liquidazione immediati. Importante anche prorogare la cassa integrazione stessa fino al blocco dei licenziamenti. Per il Settore Casa (Edilizia ed Impianti) occorre per il 2021 semplificare le procedure di smobilizzo attraverso la cessione del Credito, ad oggi vero e proprio collo di bottiglia, mentre sul fronte dell’efficientamento energetico occorre regolamentare il ruolo delle Multiutility che di fatto stanno fagocitando le imprese di questo territorio depauperando un tessuto economico vitale. Infine, è necessario fare investimenti in infrastrutture materiali e immateriali”. “Con questo tipo di interventi si potrà riportare ottimismo nel contesto attuale”, conclude Sabbatini. “Servono anche regole chiare, che non mutino di settimana in settimana. Solo così si potrà ricominciare davvero ad aprile, intercettando quella ripresa che viene prospettata anche da Bankitalia nella sua ultima analisi: a fronte del calo del PIL del 10% nel 2020, l’Istituto indica una risalita di +3,5% nel 2021».

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