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Cronaca

Marche, droga e riciclaggio: sgominata la banda nata sulle ceneri del clan Schiavi

I Carabinieri del R.O.S., diretti dalla DDA presso la Procura di Ancona, hanno eseguito 12 arresti e un fermo. Tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di cocaina e hashish nelle Marche

Sgominata la banda che aveva colonizzato il mercato della droga in tutte le Marche. Una gang spietata, nata dalle ceneri del clan Schiavi, colpito anni fa da una maxi inchiesta a cui è seguito un processo in piedi ancora oggi al tribunale di Macerata. Dalle prime ore di mercoledì, i Carabinieri del R.O.S., diretti dalla DDA presso la Procura di Ancona, hanno eseguito 12 arresti e un fermo. Blitz scattati in tutta la Regione, ma anche nelle provincia di Milano, Torino e Bari, città dove il gruppo si riforniva di droga. Sono tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e lo spaccio di cocaina e hashish. Le piazze principali erano quelle della movida della riviera marchianana tra Porto Recanati e Civitanova, ma anche le città di Ancona. Per avere i controllo totale del fiume di droga, ogni componente del clan diventata vassallo di un determinato territorio. In particolare la provincia di Ancona sarebbe stata controllata da D. S., 27 anni di Loreto, attualmente nel carcere di Montacuto e difeso dall’avvocato Francesca Petruzzo. Ma l’associazione criminale operava anche nel pesarese e nel maceratese. E nel gestire i loro affari non si facevano scrupoli a picchiare e minacciare chi si metteva di mezzo, estorcendo denaro a clienti facoltosi e indebitati. Veri e propri metodi mafiosi, in capo ai due leader del gruppo: A. P., 47 anni nato a Corinaldo e S. R. P., 35 anni nato a Catanzaro. Un esempio di dove si sarebbe potuta spingere la banda risale al marzo 2015, quando proprio uno dei capi avrebbe avuto una discussione col il proprietario di un’agenzia di scommesse di Civitanova Marche in un locale notturno. Pochi giorni dopo un gruppo di banditi prese d’assalto la ricevitoria, appiccando il fuoco al locale. Solo l’intervento delle Forze dell’Ordine evitò il peggio dato che i banditi, pistole alla mano, cercavano proprio il titolare. Pistole come quelle sequestrate durante i recenti blitz e con cui andavano sistematicamente in giro per la riviera marchigiana. 

LA FINTA RAPINA E AL VIA LE INDAGINI. Le indagini sono iniziate dopo una presunta rapina avvenuta in una villa di Montegranaro, dove 3 persone del Sud Italia si erano date appuntamento con la banda per uno scambio. Poi sarebbe scattato un blitz della Polizia, che arrestò i 3. Peccato che quella non era la Polizia, ma altri componenti della stessa banda di trafficanti che, travestiti da agenti della Polizia Di Stato, inscenarono un blitz per derubare i 3 del Sud. Di cosa? Soldi falsi, armi o droga, questo ancora non è chiaro. Quel che è certo è che i 3, effettivamente vittime di rapina, erano pregiudicati in cerca di un affare con il clan marchigiano, che ha messo in atto una trappola.  

IL QUARTIER GENERALE NELLA CONCESSIONARIA D’AUTO. Chiusa anche la concessionaria di Auto Delsa Srl di Porto Recanati (e non Delta Motors come riportato inizialmente) che, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, sarebbe stata creata proprio dalla banda, trovatasi nella necessità di riciclare centinaia di migliaia di euro guadagnati col lo stupefacente. Riciclaggio da cui sono scaturiti nuovi affari. Sì, perché quella concessionaria, oltre ad esser diventata il quartier generale della gang, fruttava anche soldia dalla vendita di auto e serviva come copertura per altri piccoli affari. Come quando, sempre secondo le indagini, grazie alla manodopera a disposizione, avrebbero ricreato una Ferrari California assemblata con migliaia di pezzi rubati a numerose auto. Clonata e rimessa sul mercato come un pezzo più unico che raro. 

L'articolo è stato rettificato in data 3 dicembre 2015

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