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Chi affitta preferisce il bilocale: l'indagine e i dati

Secondo l’indagine condotta dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, nel primo semestre del 2021 i canoni di locazione sono rimasti invariati sui monolocali, mentre hanno evidenziato dei lievi aumenti sui bilocali e sui trilocali

Secondo l’indagine condotta dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, nel primo semestre del 2021 i canoni di locazione sono rimasti invariati sui monolocali, mentre hanno evidenziato dei lievi aumenti sui bilocali e sui trilocali, rispettivamente dello 0,4% e dello 0,3%. Dopo un 2020 caratterizzato da canoni in calo in seguito all’emergenza sanitaria, allo smart working ed alla
didattica a distanza, il 2021 ripropone un andamento positivo in linea con quanto accaduto negli anni pre-covid a partire dal 2015. In Italia la tipologia più affitta è il bilocale con il 39,7% delle scelte, seguita dal trilocale con il 32,3%. Anche nel 2020 e nel 2019 bilocali e trilocali sono state le tipologie più affittate a livello nazionale.Infine, la maggior parte degli inquilini ha un’età compresa tra 18 e 34 anni, in questa prima parte dell’anno si arriva al 43,8% sul totale degli affitti stipulati.

«L’analisi dei contratti di locazione stipulati attraverso le agenzie del Gruppo Tecnocasa, nella prima parte dell’anno si registrano un 73,8% di affitti conclusi per scelta abitativa, un 22,4% di
contratti stipulati da lavoratori trasfertisti ed un 3,8% di affitti legati agli studenti universitari- scrive una nota dell'ufficio studi- Rispetto al 2019 si evidenzia un calo della percentuale di contratti stipulati a lavoratori trasfertisti, ribasso che era già iniziato nel 2020 e che si conferma anche nel 2021. Segnali positivi invece arrivano dagli studenti universitari che, seppur storicamente più attivi nella seconda partedell’anno, in questo primo semestre del 2021 raggiungono quota 3,8%, percentuale mai raggiuntanel 2020 e nel 2019». 

«I dati sui contratti stipulati nella prima parte del 2021 vedono una contrazione dei contratti a canone libero (passati in due anni da 55,1% al 45,6%) ed un aumento del concordato (da 29,5% a 32,2%) e del contratto transitorio che aumenta da 15,4% a 22,2%- continua la nota- Questo risultato, molto interessante, evidenzia una delle conseguenze della pandemia e cioè l’aumento del ricorso a contratti più brevi: tutti coloro che avevano acquistato una casa da destinare all’affitto turistico e che hanno deciso di collocarla sul settore residenziale, hanno optato per la formula del contratto transitorio per non vincolare l’immobile per troppo tempo e riaverlo a disposizione per ritornare agilmente allo short-rent appena i flussi turistici torneranno ai livelli standard. Interessante anche i dati sul contratto a canone concordato che potrebbe rivelarsi una buona soluzione per inquilini timorosi degli effetti del lockdown e proprietari che ottengono un vantaggio fiscale e una maggiore possibilità di “sostenibilità” del contratto grazie ai canoni calmierati». 


 

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