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Psicologia della notizia

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A cura di Istituto Europeo di Psicologia ed Ergonomia (IPSE) di Ancona

San Valentino, amore vero o dipendenza affettiva?

Qual è il vero amore e quando invece subentra la dipendenza affettiva? A spiegarcelo gli psicologi dell'Ipse Ancona Psicologia & Ergomia

Cioccolatini a forma di cuore, mazzi di rose rosse, cene nei ristoranti romantici, in questi giorni si inizia a respirare più amore nell’aria e la motivazione è semplice: ci stiamo avvicinando al 14 Febbraio, il famoso giorno di San Valentino, la festa degli innamorati. Quando si parla d’amore sicuramente possiamo fare riferimento a un insieme di emozioni, sensazioni, percezioni e impulsi, il tutto si unisce e si fonde in questo potentissimo sentimento che ci spinge a considerare l’altro come il nostro punto di riferimento, colui che ci completa, che ci fa stare bene anche solo con un abbraccio.

Maslow (1954) nella sua nota piramide dei bisogni inserisce l’amore all’interno della categoria dei bisogni d’appartenenza, tra i quali rientrano anche l’affetto, l’amicizia e le relazioni sociali. Considerando che si trova subito sopra quello di sicurezza è facile intuire che stiamo parlando di un bisogno davvero importante. Sternberg (1986) invece, considera l’amore come il risultato di tre componenti: l’intimità all’interno della quale troviamo sentimenti di confidenza, condivisione e affinità; la passione che fa prevalentemente riferimento all’attrazione fisica e al desiderio sessuale e la decisione-impegno ovvero la volontà e la tenacia nel mantenere viva la relazione nel corso del tempo. Le combinazioni di queste tre variabili portano a definire varie forme di amore e soltanto quando tutte le tre componenti sono presenti e vengono alimentate si può arrivare ad un amore completo, che risulta però molte volte difficile da raggiungere.

All’interno di una relazione di coppia, amare qualcuno significa riconoscere e accettare quella persona per il suo modo di essere, con i suoi pregi e difetti, rispettando l’individualità, la volontà e l’identità dell’altro. Purtroppo però, non è sempre facile amare in questa maniera e ci si può trovare in situazioni che bloccano e fanno soffrire, così, quando la relazione rende infelici, il desiderio diventa controllo e la passione potere, siamo di fronte ad uno scenario ben lontano da quello romantico.

In questo caso infatti, ci troviamo in una condizione nota come dipendenza affettiva, dalla quale è spesso difficile uscire soprattutto per la paura della solitudine e del senso di vuoto. Colui che trasforma l’amore in dipendenza tende a porre al partner richieste affettive incongruenti ed esagerate e a non sentirsi amato in maniera sufficiente ed adeguata, è disposto a trascurare il proprio benessere, le proprie amicizie e i propri interessi per l’altra persona andando incontro inevitabilmente a malessere, tristezza e conseguenze negative a livello fisico e psicologico. Attualmente, la dipendenza affettiva non viene riconosciuta all’interno dei manuali diagnostici ma presenta delle caratteristiche e dei sintomi simili a quelli della dipendenza da uso di sostanze.

Dunque quando ci si trova a vivere situazioni del genere risulta necessario ritrovare l’equilibrio perduto il più velocemente possibile e lo si può fare attraverso il dialogo, ovvero confrontandosi con il partner e mettendosi in discussione per creare nuove basi nel rapporto. Se invece il disagio e l’angoscia sperimentate sono difficilmente gestibili risulta utile rivolgersi ad un esperto. Attraverso un percorso di psicoterapia si può migliorare la propria autostima e autonomia, modificare modelli di attaccamento insicuro e riconoscere le trappole cognitive ed emotive che conducono alla sofferenza per poter riuscire ad istaurare legami significativi e soddisfacenti.

Solo in questo modo potremo veramente goderci il nostro Amore Romantico e allora Buon San Valentino a tutti voi innamorati!


Dott.ssa Serena Rabini: Psicologa clinica, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologa IPSE Ancona

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