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Giovedì, 25 Aprile 2024
Psicologia della notizia

Psicologia della notizia

A cura di Istituto Europeo di Psicologia ed Ergonomia (IPSE) di Ancona

Lavorare in emergenza, empatia, chiarezza, adattabilità: doti che possono salvare una vita

A volte, per evitare un suicidio, é importante l'azione svolta da operatori dell'emergenza che cercano di distrarre la persona coinvolta. A volte "come ci si pone" o il "come si comunica" risulta invece essere elemento fondamentale per evitare il peggio

Come affrontare un’emergenza psichiatrica da un punto di vista non tecnico

Giornali, telegiornali e blog ci riportano continuamente notizie relative a persone che in momenti di difficoltà tentano il suicidio. Sono notizie che denotano un certo disagio psichico, ovvero una condizione in cui la persona non è più in grado di affrontare, con i propri mezzi, la quotidianità a causa di una compromissione dell’equilibrio psichico. A volte, per evitare un gesto estremo, é importante l’azione svolta da operatori dell’emergenza che cercano di distrarre la persona coinvolta. A volte  il "come ci si pone" o il "come si comunica" risulta invece essere elemento fondamentale per evitare il peggio. In questi casi, è dunque necessario intervenire attraverso una corretta comunicazione e azione. La comunicazione dell’operatore deve avere tre caratteristiche importanti: la disponibilità, ovvero la capacità di ascolto, cercare di capire la richiesta di chi abbiamo di fronte; la chiarezza, riferire cosa si sta facendo e, quindi, questo comprende anche l’essere sinceri; l’adattabilità, ovvero ci si deve adattare al tipo di persona che si ha di fronte (un anziano, un extracomunitario, una persona con menomazione fisica, un bambino).

Da un punto di vista comunicativo sarebbe importante parlare in modo calmo senza alzare la voce, presentarsi dicendo il proprio nome, creare le basi di una conversazione, offrire un ascolto attento e sensibile, mostrare un interesse genuino, esprimere rispetto delle opinioni dell’altro, riconoscere i sentimenti di vergogna della persona, non interrompere la persona (farebbe pensare a un non interesse per quello che sta dicendo), non dare consigli, non minimizzare o banalizzare (evitare il giudizio), non fare promesse (che spesso poi non possono essere mantenute), non provocare, non rispondere a insulti o provocazioni (farebbe aumentare maggiormente eventuale rabbia della persona), chiedere come è possibile dare aiuto (condivisione), suggerire la possibilità di trovare vie di uscita, dare un senso di speranza.

Da un punto di vista dell’azione sarebbe apprezzabile favorire un ambiente il più possibile tranquillo, allontanare estranei e curiosi, chiedere il permesso di avvicinarsi, evitare movimenti bruschi, mantenere il contatto visivo, non cercare subito il contatto fisico se non necessario, non lasciare da sola la persona, evitare di correre rischi stando lontani da armi o da altezze (necessario pensare alla propria incolumità altrimenti non potremmo più aiutare l’altro), mantenere la calma, lasciare alla persona l’impressione che abbia il controllo della situazione, guadagnare tempo, acquisire maggiori informazioni possibili (dalla persona o da terzi). L’obiettivo, dunque, è quello di superare il momento difficile creato dal disagio e da concomitanze ambientali e dare alla persona fiducia nell’aiuto degli operatori dell’emergenza (Forse dell'ordine o operatori di Pronto Soccorso).

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