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Psicologia della notizia

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A cura di Istituto Europeo di Psicologia ed Ergonomia (IPSE) di Ancona

Perchè i nostri ragazzi abbandonano la scuola, l'orientamento come aspetto cruciale

Nel seminario recentemente organizzato a Chiaravalle da Irase Ancona e Fondazione Montessori, si sono analizzati i dati dell’abbandono scolastico nella nostra Regione. Ne è emerso che 1 studente su 5 non finisce le scuole superiori, con un abbandono pari a 20% di media regionale“. A ciò si unisce un altro dato: il 50% degli studenti è pentito della scuola superiore scelta dopo il primo anno di studi. Allora, cosa sta succedendo ai nostri ragazzi? E cosa sta succedendo alla scuola italiana?

La riflessione richiesta è complessa, nel senso di intricata, composta da una somma di cause che intervengono sia nel pentimento della scelta scolastica prima che dell’abbandono poi. In tal senso c’è da riconoscere che una base fondamentale della scelta, in questo mondo così fluido, dinamico e complesso, deve essere l’orientamento. Ogni studente, ma anche ogni persona in età adulta, per affrontare un cambiamento – più o meno voluto – ha la necessità di raccogliere tutte le informazioni che lo conducano alla scelta desiderata, in una modalità di attiva e soddisfacente decisone.

Quindi cosa può fare l’orientamento scolastico per diminuire il tasso di abbandono e insoddisfazione dei nostri ragazzi? L’orientamento scolastico è un risultato dato dalla somma di vari fattori: consapevolezza che lo studente ha dei propri mezzi decisionali e propri desideri in relazione al futuro da scegliere (scuola), supportato da figure che per lui sono importanti e attendibili, come i genitori, i professori, il territorio e naturalmente gli amici.

Spesso capita che il ragazzo si senta in obbligo di intraprendere un percorso scolastico che i suoi genitori hanno già effettuato, così da non deludere le loro aspettative, oppure scegliere un istituto perché lì ritroverà molti dei suoi amici, o ancora perché le istituzioni scolastiche, già oberate di lavoro e scadenze, non hanno potuto fornire un completo supporto alla scelta. Infine il territorio, il quale non chiaramente si descrive per quelle che sono le sue reali possibilità di mercato e lavorative.

A fronte di tale problematiche, l’orientamento scolastico dovrebbe sostenere la scelta dello studente rispondendo in modo reale ad una domanda fondamentale, che ogni adolescente - magari in modo non sempre chiaro - si pone: “a me cosa piace fare?”.

Tale quesito dovrebbe essere approfondito grazie alle figure di riferimento prima citate, che a loro volta dovrebbero aiutare l’adolescente a rispondere ad ulteriori tre riflessioni: Cosa vuoi fare in futuro? Cosa sai fare? E cosa puoi fare?

Sembrano questioni quasi impossibili da decifrare per un ragazzo che affronta, probabilmente per la prima volta nella sua vita, una scelta così importate per il proprio futuro. Ma se, mediante un sinergico intervento, si agisce con incontri generali, riflessioni e esercitazioni individuali, ascolto e valorizzazione delle capacità e potenzialità che ogni studente possiede, la scelta della scuola superiore potrebbe rivelarsi esatta, e divenire un duraturo e fruttuoso investimento individuale.

L’intervento sinergico dovrebbe essere realizzato da diversi attori i quali, con le proprie competenze e ruoli, possono divenire una guida attendibile per lo studente.

Innanzitutto la scuola, che mediante i professori e le loro ore condivise con gli studenti nelle aule, durante le lezione ed i compiti, riescono a intravedere e comprendere prima di altri le future abilità e competenze (sia caratteriali che specifiche per l’ambito scolastico) possedute o da sviluppare nei propri studenti. Inoltre la scuola, in sinergia con le altre istituzioni pubbliche e private del territorio (comuni, aziende, associazioni di categorie, etc...) dovrebbero organizzare specifici incontri (sia a scuola che nelle attività lavorative) i quali descrivano ai ragazzi cosa significa lavorare, quali sono le figure professionali maggiormente ricercate e utili per il territorio, come sono costituite le aziende o le attività lavorative, quali possibilità sono presenti in quel determinato contesto e quali invece saranno da sviluppare e definire le reali esigenze del mercato del lavoro che è sempre più fluido e mutevole. Le famiglie, invece, primo nucleo fondamentale per ogni ragazzo/a, devono aiutare i loro figli ad attuare quella consapevole libertà di scelta che è frutto di ascolto dei desideri (realizzabili) dei ragazzi, che è costruzione di un futuro fatto di impegni, organizzazione scolastica e familiare - quindi sia del tempo di studio che del tempo libero - al fine di chiarire le aspettative e i doveri e le positività che derivano da una sodisfacente scelta scolastica.

Infine, a mio avviso, tutto ciò dovrebbe essere supportato da figure professionali che abbiano specifiche competenze nell’ambito dell’orientamento scolastico e che forniscano al ragazzo/a una serie di strumenti (reali, concettuali e informativi) utili per una scelta ragionata, che passa prima di tutto da una comprensione di se stessi.

Tutto ciò può raggiungere l’obiettivo di ridurre l’abbandono scolastico e rendere soddisfatti i ragazzi delle proprie scelte e anche se può sembrare complesso e non privo di difficoltà, è altrettanto possibile se ognuno degli attori presenti fa la propria parte, in una reciproca intenzionalità, che è quella di aver giovani formati, soddisfatti e intraprendenti.

Dott. ANDREA MONTESI – Psicologo del Lavoro, Referente IPSE  Ancona

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