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Trapianto, cosa dicono le religioni monoteiste: il confronto in Comune

L’arcivescovo di Ancona-Osimo Angelo Spina, il vice presidente della comunità ebraica di Ancona Marco Ascoli Marchetti e Nuri Dachan (Comunità Islamica ed ex presidente UCOI) hanno chiarito le posizioni delle tre grandi religioni monoteiste

ANCONA - Trapianti di organi, dietro ai “no” ci sono anche tematiche religiose, in alcuni casi falsi miti. L’arcivescovo di Ancona-Osimo Angelo Spina, il vice presidente della comunità ebraica di Ancona Marco Ascoli Marchetti e Nuri Dachan (Comunità Islamica ed ex presidente UCOI) hanno chiarito le posizioni delle tre grandi religioni monoteiste. Nell’ex sala consiglio del Comune di Ancona, i rappresentanti religiosi hanno partecipato alla conferenza stampa del video “Perché si!”, chiamato a sensibilizzare i cittadini sulla questione donazione. 

Cattolicesimo

«La donazione è il gesto più grande che un essere umano possa fare- ha spiegato l’arcivescovo Spina- più che vera e propria resistenza religiosa, dietro ai “no” ci sono resistenze etiche. C’è la difficoltà a capire sé stessi in relazione all’altro». Per il cattolicesimo, dice l’arcivescovo, non ci sono dubbi: «i documenti della chiesa parlano chiaro, la donazione è un atto d’amore. Quello che è eticamente inammissibile è farlo con scopo di lucro».

Ebraismo

Marco Ascoli Marchetti utilizza un esempio lampante per far capire la posizione della religione ebraica in tema di trapianti. Il sabato per gli ebrei è il giorno sacro della settimana, ma il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha scelto proprio un sabato per andare in Russia per tentare una mediazione con Putin: «Ha violato il terzo comandamento del decalogo? Se lo scopo è salvare vite la nostra religione consente anche questo. Per l’ebraismo, nel caso dei trapianti, la cosa importante è che se viene effettuato da vivo non venga compromessa la vita del donatore». 

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Islam 

«Dio ha detto che chi resuscita un anima è come se avesse resuscitato l’umanità- ha spiegato Nuri Dachan- noi non possiamo materialmente resuscitare qualcuno, ma da medico e da religioso credo che il trapianto rientri in questo concetto. Per l’Islam- sottolinea Dachan- la morte arriva quando si ferma il cuore, perché finché un cuore batte allora c’è anima». 


 

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