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L'alluvione che resta dentro. Gli psicologi: «Anche chi ha salvato vite rischia un crollo emotivo»

L'analisi degli psicologi marchigiani sulle conseguenze dell'alluvione

«In questo momento tutte le persone che vivono nei territori colpiti dall'alluvione possono essere considerate vittime di quello che è successo. Lo è, ovviamente, chi è morto, lo è chi ha perso una persona cara ma lo è anche chi ha vissuto il trauma di essere trascinato dall'acqua o di essere bloccato in macchina. E' vittima chi è stato salvato ma anche chi ha salvato perché può vivere un possibile crollo emotivo». Aquilino Calce, consigliere dell'Ordine degli psicologi delle Marche con delega all'emergenza, racconta alla Dire la realtà che sta vivendo chi si trova nel territorio di Senigallia. «In questo momento le persone vivono una fase acuta di stress e ansia. Da una parte c'è la paura vissuta nel momento dell'alluvione, dall'altra la rabbia e la frustrazione. C'è chi ha dovuto lasciare casa, chi ha perso tutto". Per questo le associazioni dell'emergenza operanti sul territorio, tra cui l'Ordine degli piscologi, si sono subito attivate, coordinate dalla Protezione civile "per effettuare un'opera di contenimento emotivo- spiega Calce- perché in questi casi è importante intervenire subito e offrire supporto psicologico onde evitare che si possano sviluppare poi successivamente problematiche legata all'ansia o disturbi post traumatici da stress».

«Oltre che nei ritrovi dove ci sono gli sfollati, molti colleghi stanno andando in giro per i territori raggiungendo le varie zone colpite dall'alluvione per ascoltare quali siano le necessità delle persone- spiega Calce- si lavora facendo una valutazione, un'analisi dei bisogni e un'opera di contenimento emotivo. Come Ordine poi- continua- stiamo prendendo contatti con le varie istituzioni e con il tavolo coordinamento dell'emergenza in modo da poter fare da raccordo per il nostro ruolo ma anche per rendere visibile alle persone quello che le associazioni stanno facendo sul territorio così che possano sapere facilmente e velocemente a chi rivolgersi in caso di necessità. Oltre agli interventi nell'immediato, infatti, è necessario un lavoro di valutazione e assestment successivo in modo da fornire il supporto di cui c'è bisogno anche nei giorni successivi all'emergenza», sottolinea Calce. Non solo. Dal canto suo l'Ordine sta operando anche per aiutare gli stessi psicologi che si trovano in difficoltà. «Abbiamo attivato oggi un censimento rivolto ai colleghi che sono rimasti gravemente danneggiati dall'alluvione, per capire bene quanti siano e quali danni abbiamo subito- spiega la presidente dell'Ordine, Katia Marilungo- come successo nel 2014, infatti, molti hanno avuto danni ai loro studi e non possono lavorare. Salvaguardare la loro possibilità di lavoro e pensare a una serie di iniziative da portare avanti sul territorio di Senigallia, come abbiamo fatto 8 anni fa, per far capire alle persone che ci siamo e possiamo offrire il nostro aiuto, sono i due fronti su cui ci stiamo muovendo, oltre al supporto nell'emergenza», conclude Marilungo. (Agenzia Dire)

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