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Salute

Non solo medicina, ma anche cura della persona per affrontare il cancro: in ospedale riapre la Pink Room

Combattere il tumore volendosi bene anche dal punto di vista estetico. Dopo lo stop per la pandemia riparte l'attività della Pink Room a Torrette

ANCONA - Riprende, grazie ad un accordo con la CNA - Impresa Donna e CNA Marche, l’attività della Pink Room in Clinica Oncologica dell’AOU delle Marche. Si tratta di uno spazio dedicato al benessere delle donne che seguono un percorso oncologico: una stanza tutta rosa che va oltre le cure mediche tradizionali. Non è un ambulatorio, ma un tempo e uno spazio di cura speciali, per dedicare alle donne quanto può servire per affrontare in senso positivo il proprio aspetto fisico e gestire gli eventuali disagi estetici causati dai trattamenti di cura. «La Pink Room è uno spazio tutto al femminile che supporta in maniera completa, non solo sotto l’aspetto meramente clinico, le donne a riprendere in mano il loro futuro» ha spiegato il direttore Generale dell'Azienda Ospeadaliero-Universitaria delle Marche, Armando Marco Gozzini. «Donne e uomini sono diversi e dunque richiedono approcci, cure e terapie diverse- continua- pensiamo al carcinoma mammario che modifica una parte visibile del corpo di una donna e, dunque, alle diverse implicazioni psicologiche tra i due sessi. Prendersi cura di una persona significa, necessariamente, tenere conto delle differenze di genere che non riguardano solo la manifestazione delle patologie o dei fattori di rischio, ma anche la risposta del contesto sociale: è questo il senso e il valore della Pink Room».  La diagnosi di tumore in una donna, in un qualsiasi organo, a prescindere dall’età e dal momento della vita in cui la persona si trova a doverla affrontare, rappresenta sempre un evento traumatico che scatena una serie di emozioni, di pensieri, di vissuti, di sensazioni corporee e psicologiche, di cambiamenti e domande che sconvolgono la persona. Alla diagnosi seguono le cure, a volte mutilanti nel fisico e nello spirito. L’Assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini, ha inviato un suo pensiero non potendo partecipare alla cerimonia di inaugurazione: «La Pink Room è un aspetto assolutamente importante per la psiche delle donne che si sottopongono a terapia neoplastica. Queste donne devono affrontare un cambiamento fisico, legato ad esempio alla caduta dei capelli, o nel caso di tumore al seno vedono cambiare l’immagine del proprio corpo. Ecco perché ritengo si tratti di un servizio importante per il sostegno psicologico: è un aiuto concreto per ritrovare la propria femminilità grazie all’impegno di professioniste e professionisti che mettono le proprie abilità al loro servizio».

Il corpo che cambia

Cambiano l’identità e l’immagine del proprio corpo che è quella parte di noi che si relaziona con gli altri: si devono fare i conti con un seno che non è più quello di prima o che non c’è più, con una cicatrice, con il tatuaggio della radioterapia, piccolissimo ma permanente, con l’aumento o il calo del peso, con la caduta dei capelli in un mondo in cui il senso dell’estetica ha un peso fondamentale. Ed è per questo che è nato il progetto “La nuova me” - Pink Day nella Pink Room”, ideato e organizzato dalla Clinica Oncologica e dalla Fondazione Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche nel 2016 per le donne affette da tumori che afferiscono all’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche in cui periodicamente vengono fornite consulenze gratuite da professioniste esterne (esperte di maquillage, estetiste, hair stylists, esperte in tecniche di rilassamento e in psicoterapia olistica) e Specialisti interni (dermatologi, nutrizionisti, chirurghi plastici, ecc.) con l’obiettivo di valorizzare la “nuova immagine di sé” accettando le inevitabili conseguenze dei trattamenti e riacquisendo il proprio senso di identità e femminilità, in equilibrio con se stessa e con il “mondo”. 

500 prestazioni in 3 anni

«Nei primi 3 anni di attività la Pink Room ha accolto oltre 150 pazienti oncologiche, per un totale di circa 500 prestazioni fornite-sottolinea la professoressa Rossana Berardi, Direttrice della Clinica Oncologica dell’AOU delle Marche - durante il periodo della pandemia abbiamo convertito alcune attività in modalità telematica, ma riprendere oggi in presenza grazie al grande aiuto delle professioniste qualificate e della CNA Marche rappresenta una rinnovata opportunità  alle pazienti, che non hanno mai smesso di chiederlo. Proprio nella Pink Room si è costituito il gruppo delle Dragonesse che portano la loro forza e la loro testimonianza a beneficio di tutte le pazienti».

Marisa Carnevali, Presidente Fondazione Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche onlus: «Ripartire alla grande con la Pink Room dopo il lungo periodo di pandemia: lo avevamo promesso ed era un obiettivo che anche la Fondazione, con la Clinica Oncologica, si era data. Oggi è una bellissima e grande giornata, perché l’accordo quadro con la CNA Impresa Donna Marche garantirà un lavoro forte di una grande squadra di Estetiste e Hair Stylists. Avere poi il supporto e la vicinanza delle Associazioni presenti in Clinica significherà essere sempre più presenti e dare le giuste risposte di attenzione e di cura alle nostre donne». Dopo una pausa forzata a causa della pandemia, la Pink Room riprende e potenzia le sue attività, grazie ad un accordo con la CNA Impresa Donna e CNA Marche che metterà a disposizione professioniste (estetiste ed Hair Stylists) certificate del settore.

Patrizia Tiranti, presidente Impresa Donna CNA Marche: «per le donne che si ammalano di tumore, in particolare al seno, si apre un triplo fronte. Quello medico, con un percorso di cure difficile tra radio e chemio che è invasivo per il corpo, quello psicologico che ben conoscono tutti coloro ai quali è stato diagnosticato un tumore e quello estetico, che per le donne significa spesso non riconoscere più il proprio corpo che muta con la malattia. Cna Impresa Donna e Cna Benessere con le estetiste associate, si mettono gratuitamente a disposizione delle donne affette da tumore per affrontare in senso positivo il loro aspetto fisico e per gestire gli eventuali disagi estetici causati dalle terapie». 


 

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