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La mascherina cambia colore se non filtra più: il brevetto è di un 19enne

Viorel Ionut Bohotici ha ideato il dispositivo tra i banchi del Galilei. La sua idea, già brevettata, sarà presentata all'Expo di Dubai, ma già fioccano richieste dai produttori

CAMERATA PICENA - La mascherina cambia colore quando non filtra più bene. L’idea di un 19enne di Camerata Picena, brevettata, sarà presentata all’Expo di Dubai. Lui è Viorel Ionut Bohotici, di famiglia romena ma vive in Italia da quando aveva 2 anni. Oggi studia ingegneria elettronica al Politecnico di Torino, l’idea gli è venuta però lo scorso anno tra i banchi del Galilei di Jesi. Per quello che il segreto industriale consente, è lui stesso a raccontare come nascono le mascherine “2.0”: «Si tratta di un indicatore temporale per determinare la validità dei beni consumabili, funziona con una reazione biochimica e praticamente può essere applicato anche al settore alimentare per i cibi in scadenza. Anzi, quello forse è l’ambito più importante, ma visto il momento storico l’ho applicato alle mascherine. E’ utile per le chirurgiche, perché chi sta intorno alla persona può vedere quando il dispositivo non filtra più ed eventualmente allontanarsi-  spiega il giovane inventore- serve però anche al diretto interessato che indossa una Fpp2 la quale, filtrando anche in entrata, può indicare qual è il livello di sicurezza per sé stessi». 

L’idea è partita dalla lettura di un sondaggio su internet: «Avevo visto che il 72% di chi porta le mascherine lo faceva in modo sbagliato, come ad esempio indossarle per più di otto ore continuative». L’idea è stata portata anche in commissione all’esame di maturità: «La prof mi aveva detto che più che una tesi di maturità questa era una tesi di laurea vera e propria». Nel frattempo però tutto aveva preso forma: «Ho sviluppato il dispositivo durante l’anno fermandomi di pomeriggio nel laboratorio del Galilei, facevo anche ricerche specifiche. Quando ho visto che funzionava ho depositato il brevetto, ma non mi sarei mai aspettato questo successo. Ci sono già contatti con produttori, prima solo dell’anconetano ora da diverse parti d’Italia- spiega il giovane- le richieste sono talmente tante che sto chiedendo di contattare direttamente il mio avvocato perché non saprei gestirle». Il successo è stato talmente travolgente che Viorel non ha avuto neppure il tempo di pensare a un nome per il mercato: «Tecnicamente si chiama “Indicatore temporale per beni consumabili” ma certo, ora bisognerà pensare quantomeno a un acronimo». Viorel aveva già brevettato in passato un sanificatore universale. Dietro alla genialità, un concetto semplice: «Credo che con le nozioni che si imparano a scuola ci sia ancora molto da scoprire e inventare». 

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