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L’importanza del sonno: ma che succede se si dorme troppo? 

I benefici di un sonno regolare sono ormai conosciuti a tutti: dalla rigenerazione mentale e corporea alla riduzione del rischio di sviluppare malattie cardiache. Ma se si dorme troppo? Lo studio americano

I benefici di un sonno regolare sono ormai conosciuti a tutti: dalla rigenerazione mentale e corporea alla riduzione del rischio di sviluppare malattie cardiache. Ma se si dorme troppo? Un recente studio della Washington University School of Medicine ha indagato sulla correlazione tra sonno e salute, e scoperto che anche dormire troppo può essere causa di declino cognitivo.

Quanto dormire? 

Secondo i ricercatori della Washington University School of Medicine, dormire più di 6,5 ore è associato al declino cognitivo nel tempo. La durata del sonno ottimale è, quindi, molto più breve di quella suggerita dagli studi precedenti (sopracitati), soprattutto se poi si considera che agli anziani si consiglia di dormire tra le 7 e le 8 ore ogni notte. Per ridurre il rischio di sviluppare demenza, non bisogna, però, stare attenti solo alla quantità di ore di sonno - suggeriscono i ricercatori - ma anche alla qualità del sonno. I ricercatori hanno infatti anche dimostrato che avere il bisogno di meno sonno ristoratore (condizione tipica degli anziani, collegata a livelli più elevati di proteina tau nel cervello), può influire sul deterioramento cognitivo.

Durata e qualità del sonno di ogni persona possono variare in funzione di tanti aspetti: dai problemi di salute allo stato socioeconomico, fino alla predisposizione genetica. Sebbene alcuni fattori non siano “modificabili”, è comunque possibile fare qualcosa per dormire meglio e ridurre la probabilità di sviluppare qualche forma demenza, come praticare esercizio fisico e seguire una dieta sana ed equilibrata. Bisogna inoltre tenere ben presente che il riposo occasionale del fine settimana non potrà mai avere gli stessi benefici di un sonno costante nel corso della settimana (che oscilla tra le 4,5 e le 6,5 ore ogni notte, come suggeriscono i ricercatori americani).

Lo studio 

Il team di ricerca ha monitorato 100 anziani tra la metà e la fine degli anni '70 per 4-5 anni. Al momento dello studio, 88 persone non mostravano alcun segno di demenza, mentre 12 mostravano segni di deterioramento cognitivo (uno con demenza lieve e 11 con pre-demenza di decadimento cognitivo lieve). Durante lo studio, ai partecipanti è stato chiesto di effettuare una serie di test cognitivi e neuropsicologici per intercettare segni di declino cognitivo o demenza. I risultati sono stati poi combinati in un unico punteggio, definito “Preclinical Alzheimer Cognitive Composite (PACC)”. Più alto era il punteggio, migliore era la loro capacità cognitiva nel tempo.

La metodologia 

Per misurare il sonno è stato utilizzato un dispositivo per encefalografia a elettrodo singolo (EEG), che i partecipanti hanno indossato sulla fronte durante le ore di sonno, per un totale di quattro-sei notti. Il monitoraggio con l’EEG ha permesso ai ricercatori di misurare con precisione l'attività cerebrale degli anziani presi in esame, e riferito per quanto tempo dormivano e quanto quel sonno era riposante. Sebbene il sonno sia stato monitorato solo in un certo periodo durante lo studio (tre anni dopo i test cognitivi e neuropsicologici), ha comunque fornito al team di ricerca una indicazione sufficiente riguardo le normali abitudini di sonno dei partecipanti.Ci sono anche altri fattori oltre che le ore di sonno messi in luce dai ricercatori che, da quanto emerso, possono influenzare il declino cognitivo. Tra questi l'età, la genetica e la presenza delle proteine beta-amiloide o tau, entrambe legate alla demenza.

Le conclusioni 

Grazie allo studio, i ricercatori hanno scoperto che dormire meno di 4,5 ore e più di 6,5 ore a notte, insieme a una scarsa qualità del sonno, è associato a un declino cognitivo nel tempo; e notato che l'impatto della durata del sonno sulla funzione cognitiva era simile all'effetto dell'età, principale fattore di rischio per lo sviluppo del declino cognitivo. Circa gli effetti negativi della carenza di sonno sulla salute, i ricercatori concordano, anche se non sanno ancora con certezza il perché di questa correlazione. Esiste una teoria che afferma che è il sonno ad aiutare il nostro cervello a eliminare le proteine dannose, che si accumulano durante il giorno. Si pensa che alcune di queste proteine, come la beta-amiloide e la tau, causino la demenza. Quindi, modificare le ore si sonno potrebbe interferire con la capacità del nostro cervello di liberarsene. Prove sperimentali dimostrano addirittura che anche solo una notte di privazione del sonno, potrebbe aumentare temporaneamente i livelli di beta-amiloide nel cervello anche in persone sane.

C’è poca chiarezza anche sul perché il sonno lungo causi un declino cognitivo. Alcune ricerche hanno dimostrato che esiste un legame tra il sonno eccessivo e le prestazioni cognitive, ma la maggior parte di questi studi si basa sull'autovalutazione dei partecipanti (che hanno riferito quanto dormivano in media ogni notte), quindi sono dati meno affidabili rispetto a quelli provenienti dal monitoraggio dell’attività cerebrale dell’EEG (effettuata di ricercatori della Washington University School of Medicine).


 

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