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Salute

Medicina di urgenza e 118, nelle Marche si rischia la crisi del servizio: «Non riusciamo a coprire i turni»

L'allarme del sindacato Medici Italiani (SMI) sulla carenza di dottori

«La carenza dei medici nel 118 è diventato un problema cronico, se la mancanza di medici dell’emergenza/urgenza in Italia è del 30% rispetto al fabbisogno, nelle Marche la situazione non è diversa». Così Alessandra Moraca, Segretario Regionale Marche del Sindacato Medici Italiani (SMI).

«La carenza di medici 118 causa la mancata copertura dei turni e la demedicalizzazione delle ambulanze: già a fine 2021 c’erano 56 medici del 118 in meno rispetto al fabbisogno marchigiano. In un anno la situazione è peggiorata. Più volte abbiamo evidenziato la necessità di attuare dei correttivi prima che la crisi rischiasse di essere irreversibile. Le cause che impediscono di soddisfare il fabbisogno di medici del 118 sono anche legate alla mancanza di tutele adeguate per chi decide d’intraprendere questo percorso professionale. Infatti, per quanto riguarda il trattamento economico e le tutele (malattia, maternità) c’è d’aggiungere che i medici del 118 nelle Marche hanno un doppio inquadramento: alcuni sono dipendenti, altri convenzionati. Come SMI ci siamo battuti per il passaggio al rapporto dipendente dei medici del 118. Non va bene la differenza di trattamento tra colleghi; ci deve essere, invece, una visione unitaria che tuteli tutti allo stesso modo. La carenza del personale del settore dell’ emergenza / urgenza e 118 rende meno efficace la risposta della rete sanitaria territoriale  ed intraospedaliera in quanto si verifica un notevole flusso di pazienti che afferisce ai pronto soccorso dove non si riesce più a sostenere un aumento così consistente del carico di lavoro, per la grave carenza di personale medico. Diventa, così, più complicata la presa in carico dei pazienti e questa carenza strutturale nel sistema organizzativo,  deve essere corretta al più presto».

«Per queste ragioni- continua Moraca- la situazione del settore è molto complicata. Non si possono prevedere, però, soluzioni miopi come il ricorso alle cooperative per sopperire permanentemente   la carenza di personale. Ci chiediamo, infatti, se i medici mandati dalle cooperative abbiano la  specializzazione indicata per ricoprire quel ruolo, la formazione adeguata, spesso  non dimentichiamo che sono neolaureati o pensionati, per non parlare dei costi sostenuti dagli enti nella retribuzione del turno. Il Sindacato Medici Italiani da anni chiede un tavolo tecnico per il riordino del sistema dell’emergenza/urgenza e del 118.Nei prossimi giorni saremo convocati in Regione per parlare di questo: ascolteremo quali saranno le determinazioni introdotte dalla giunta con la speranza che vengano risolte queste criticità, come ormai da troppi anni stiamo rivendicando. Guardiamo con interesse alla disponibilità mostrata in questi giorni da ministro Schillaci riguardo al settore dell’emergenza/urgenza. Speriamo, che essendo un medico, si renda conto di quali siano le difficoltà del sistema della emergenza / urgenza e del 118».

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