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Coldiretti, si parla di biologico: «Bisogna promuovere anche la carne»

La testimonianza delle Marche, regione tra le più green d’Italia con 1 terreno su 5 coltivato con metodi di agricoltura biologica, è stata data da Maria Letizia Gardoni

Il biologico non solo simbolo di tutela della natura e di alimenti vegetali ma altrettanto valido per il settore delle carni e per la salute attraverso un’alimentazione sana. La testimonianza delle Marche, regione tra le più green d’Italia con 1 terreno su 5 coltivato con metodi di agricoltura biologica, è stata data ieri pomeriggio da Maria Letizia Gardoni, presidente della Coldiretti marchigiana, nel corso del workshop dedicato al bio nel settore zootecnico che si è tenuto ieri pomeriggio nel corso del Villaggio contadino di Coldiretti di Bologna. “Più bio, più benessere per gli animali, più salute per tutti”, questo il tema del convegno ha messo in luce vari aspetti legati alla filiera della carne. Tra i relatori anche Paolo Carnemolla, presidente nazionale di Federbio. Numeri crescenti per quanto riguarda i vegetali ma se invece ci rivolgiamo al settore delle carni l’andamento è scostante. Sono circa un ventina le aziende zootecniche marchigiane votate al biologico.

Il dato italiano vede un settore in calo. Gli unici segni positivi arrivano dalle carni bovine e dal pollame. “L'italia – ha spiegato la presidente Gardoni - è leader in Europa per numero di aziende agricole certificate, prima nell'esportazione del prodotto biologico con un volume di 2,3 miliardi di euro (cresciuto del 597% negli ultimi 10 anni) e al vertice globale per valore di trasformazione con 18mila imprese coinvolte. Un comparto che cresce costantemente da circa 10 anni e che coinvolge non solo il mondo produttivo ma anche quello della distribuzione a fronte di un maggiore senso di rigore e sensibilità da parte degli imprenditori agricoli e dei cittadini che acquistano. L'etica del processo produttivo, la durabilità delle pratiche agronomiche, la sostenibilità degli allevamenti rientrano in un percorso che l'agricoltura italiana ha già avviato da tempo qualificandosi come il settore più green a livello europeo”. Occorrerebbe uno sforzo maggiore per comunicare i benefici di una corretta alimentazione, oltre che quelli strettamente legati alle tematiche ambientali. Il settore delle carni può incrociare l’aumentata sensibilità dei consumatori verso la salute e il benessere animale, la tutela delle biodiversità.

E senza creare “sfide” interne al settore.  “Non si deve in alcun modo – ha aggiunto la Gardoni – contrapporre l’agricoltura biologica con quella convenzionale perché quest’ultima, in Italia, è comunque la più green d’Europa con emissioni che sono inferiori del 50% a quelle di altri Paesi come la Francia o la Germania. L’agricoltura è il primo settore gree, quello che ha già concretizzato i principi dell’economia circolare con gli scarti che vengono nuovamente immessi nei cicli produttivi facendo dei rifiuti organici una nuova risorsa per il suolo e le colture successive ”. I marchigiani sono presenti con agrichef e un gruppo di agricoltori terremotati che fanno la vendita diretta dei prodotti di eccellenza del territori. Dai salumi ai formaggi, dai vini di visciola alla sapa, dai grani antichi al vino e dolcetti con la visciola. Non manca lo stand con le Olive all’Ascolana. Domani l’ultima giornata di kermesse. Un’occasione per farsi testimonial del territorio davanti alle decine di migliaia di visitatori che in questi giorni hanno invaso l’evento.

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